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Così è se vi pare di Pirandello trama

Così è se vi pare opera teatrale di Luigi Pirandello, tratta da una famosa novella “La signora Frola e il signor Ponza suo genero”.

Scritta nel 1915, Così è se vi pare venne rappresentata per la prima volta il 18 giugno 1917 al Teatro Olimpia di Milano, dalla compagnia di Virgilio Talli.

Col titolo Chacun sa verité, nella traduzione di Benjamin Crémieux, fu messa in scena in Francia da Dullin, al Théâtre de l’Atelier, il 24 ottobre 1924. Il successo fu straordinario, tanto che da allora il dramma venne inserito nel repertorio della Comédie Française.

Il 1917 è un anno decisivo per il teatro di Pirandello, che entra in una seconda fase del suo sviluppo, quella che comprende le opere maggiori e più note – dai Sei personaggi in cerca d’autore all’Enrico IV, dal Giuoco delle parti a Vestire gli ignudi – e che ruota intorno al problema fondamentale dei rapporti con la realtà, o più precisamente del conflitto tra apparenza e realtà.

Dunque nel dramma Così è se vi pare, Pirandello dà forma teatrale a quella che fu l’antica proposizione dei sofisti e degli scettici: non v’è realtà né verità fuori di noi; “essere” e “parere” sono la stessa cosa poiché esiste solo ciò che noi crediamo che esista.

Così è se vi pare trama

A Valdana arriva il signor Ponza con la moglie e la suocera. Quest’ultima, però, vive sola; anzi, sembra non possa comunicare con la figlia se non attraverso dei bigliettini calati in un paniere.

Le supposizioni e i pettegolezzi dei curiosi intorno allo strano rapporto si moltiplicano, anche perché la signora Frola evita ogni tipo di contatto con i vicini.

Ma un giorno il consigliere Agazzi, superiore del signor Ponza, quasi costretto dalla moglie e dalla figlia, induce la signora Frola a far loro visita. La donna racconta una strana e penosa vicenda: tutti i familiari suoi e del genero sono morti in un terremoto; quanto al signor Ponza, preso da un amore violento ed esclusivo, impedisce persino a lei, la madre, di avvicinarsi alla moglie.

Ma ecco che appena lei esce entra il signor Ponza ad avvertire che la signora Frola è pazza. La povera donna ritiene che la figlia sia viva, mentre è morta da quattro anni, e lui, con l’aiuto generoso della sua seconda moglie, è ricorso allo stratagemma della gelosia per evitarle un dolore troppo grande.

Uscito il signor Ponza, rientra però la signora Frola, che smentisce il genero dando una nuova versione dei fatti. Le contraddittorie rivelazioni non fanno che accrescere l’eccitazione dei curiosi. Questi, dopo aver fatto eseguire accurate indagini anagrafiche senza alcun risultato, spingono la loro spietata curiosità a convocare la signora Ponza. Questa appare, simbolicamente coperta di veli, e a chi la interroga risponde: «La verità? È solo questa: che io sono, sì, la figlia della signora Frola – e la seconda moglie del signor Ponza – sì; e per me nessuna! Nessuna! Per me, io sono colei che mi si crede”.

La verità, intende dire Pirandello, è inconoscibile e riducibile a ciò che si vuole.

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