Attilio Regolo esempio di virtù romana

Attilio Regolo nacque nei pressi dell’odierna Sora presumibilmente attorno al 299 a.C. Fu il comandante dell’esercito romano durante la prima guerra punica.

Attilio Regolo e la prima guerra punica

Le prime notizie su di lui ci dicono che fu eletto console, una prima volta, nel 267 a.C. e poi nel 256 a.C., nel pieno della prima guerra punica.

Marco Attilio Regolo, nel 256 a.C., sconfisse i Cartaginesi a Capo Ecnomo, a sud di Agrigento, in una delle più grandiose battaglie navali dell’antichità. I Romani con questa vittoria si assicurarono il dominio del mare.

Marco Attilio Regolo continuò quindi la guerra in Africa e ottenne altri successi. Ma poi, nel 255 a.C., fu battutto da un esercito cartaginese guidato dal generale mercenario spartano Santippo e fu fatto prigioniero.

Lo storiografo Tito Livio e il poeta Orazio raccontano che i Cartaginesi, dopo cinque anni di prigionia, lo inviarono a Roma per trattare la pace e per uno scambio di prigionieri. Se Roma avesse accettato lo avrebbero liberato, altrimenti sarebbe dovuto rientrare a Cartagine e condannato a morte.

A Roma invece pronunciò un discorso con il quale convinse il Senato a non cedere, sostenendo che i Cartaginesi non avrebbero potuto continuare la guerra ancora a lungo. Dopo ciò, fedele alla parola data e scansando i parenti che cercavano di trattenerlo, tornò a Cartagine, dove fu torturato e messo a morte.

L’atroce morte

La leggenda vuole che, dopo averlo esposto al sole con le palpebre strappate, i Cartaginesi lo abbiano messo in una botte piena di chiodi lasciata poi rotolare.

Attilio Regolo e la virtù romana

Attilio Regolo, nell’antica Roma, incarnava l’esempio classico per le generazioni future: bravo soldato, fermo anche nella sconfitta e fedele alla parola data – persino al nemico – anche a costo della vita.

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