La crociata dei pezzenti, o crociata dei poveri, anticipò la partenza della prima crociata in Terrasanta per cacciare gli “infedeli”, cioè i musulmani.
Chi guidò la crociata dei pezzenti anche detta crociata dei poveri?
Fu guidata da un monaco francese di nome Pietro l’Eremita (1050-1115). Dotato di un carisma eccezionale, nel maggio 1096, al suo grido “Dio lo vuole!”, si misero in marcia migliaia di disperati, di contadini, di avventurieri. Si trattava di povera gente, uomini, donne e anche bambini che nulla possedeva e niente aveva da perdere, pronti a combattere senza alcun addestramento alla guerra.
Accecati dal fanatismo religioso o semplicemente desiderosi di derubare le città e i villaggi che incontravano sul loro cammino, questi crociati commisero ogni sorta di violenze. In Germania massacrarono alcune comunità di ebrei, ritenuti colpevoli della morte di Cristo; in Ungheria compirono saccheggi e devastazioni.
Come si concluse la crociata guidata da Pietro l’Eremita?
Una volta attraversato il Bosforo (lo stretto che unisce il Mar Nero al Mar di Marmara e definisce il confine tra Asia e Europa), il 21 ottobre 1096 questa massa di disperati fu annientata dai Turchi presso la città di Nicea, l’odierna Iznik, a circa 100 chilometri a sud di Costantinopoli.
Scampato al massacro, Pietro l’Eremita si unì, insieme ad altri pochi superstiti, ai nobili della prima crociata e, alla conquista di Gerusalemme, ottenne il titolo di “Elemosiniere del Santo Sepolcro”. Morì in Belgio, dove aveva fondato il monastero di Neufmoustier, nel 1115.
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