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Caligola imperatore di Roma (37-41d.C)

Caligola imperatore romano dal 37 al 41 d.C., salì al trono a 25 anni di età. Nacque ad Anzio nel 12 d.C., era figlio di Germanico (figlio adottivo di Tiberio) e di Agrippina Maggiore. Il suo nome completo era Gaio Giulio Cesare Germanico. Il soprannome di Caligola gli era stato dato per i calzari militari (caligae) che portava sin da bambino.

Era stato suo zio Tiberio, imperatore di Roma dal 14 al 37 d.C., a designarlo come suo successore al trono assieme a Tiberio Gemello.

I pretoriani proclamano Caligola imperatore

Il 18 marzo del 37 d.C. i pretoriani e il senato acclamarono imperatore Caligola (che per di più era figlio del popolarissimo generale Germanico). In merito alla designazione di Tiberio Gemello, il senato dichiarò che l’imperatore Tiberio era insano di mente al momento della redazione del testamento.
L’anno seguente, 38 d.C., l’imperatore fece uccidere Tiberio Gemello che reclamava la sua associazione al governo, accusandolo di aver partecipato a una congiura contro di lui.

Il governo repressivo

Nel suo breve principato, durato dal 37 al 41 d.C., Caligola abbandonò il formale rispetto per il regime repubblicano e cercò di trasformare il principato in una monarchia assoluta di tipo orientale (un’idea profondamente estranea alla tradizione romana). Infatti, introdusse a corte il cerimoniale del prostrarsi ai piedi del principe; divinizzò la sorella Drusilla, morta di malattia nel 38 d.C., all’età di vent’anni; obbligò gli ebrei (ostili all’idea che l’imperatore fosse un dio) a introdurre nel Tempio di Gerusalemme una statua del principe.

A questi atti simbolici, Caligola ne affiancò altri ben più concreti e dannosi: dissipò il patrimonio ereditato da Tiberio in donativi ai soldati e al popolo e in abbellimenti urbanistici; aumentò le tasse per ripagare gli sperperi di corte; instaurò un regime tirannico e sanguinario. Così facendo si attirò l’odio di tutti.

Chi ha ucciso Caligola

Ad assassinarlo il 24 gennaio del 41 d.C. furono quegli stessi pretoriani, appoggiati dalla plebe, che lo avevano portato al potere e che ora al suo posto, senza neppure consultare il senato, acclamarono il cinquantenne Claudio, fratello di Germanico e zio di Caligola.

Quello stesso giorno furono uccise dalla guardia pretoriana anche Cesonia e Giulia Drusilla, la moglie e la figlia di Caligola.

Caligola subì la damnatio memoriae (condanna della memoria) e il suo corpo fu dato alle fiamme.

Il cavallo di Caligola

Svetonio nella sua opera Vite dei dodici Cesari racconta che Caligola era solito portarsi a cena uno dei suoi cavalli, che aveva chiamato Incitatus e si ripromise di nominarlo console. Incitatus non divenne console, ma la sua intenzione di farlo dimostrava il disprezzo dell’imperatore per le istituzioni romane.

 

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