La società spartana era suddivisa in tre categorie: spartiati, perieci, iloti
- gli spartiati erano i discendenti degli antichi Dori; detenevano il controllo economico e politico di Sparta; ciascuno di essi era proprietario di un appezzamento di terreno che faceva coltivare dagli iloti, in modo da potersi dedicare a tempo pieno all’attività militare: ad appena sette anni, infatti, il bambino veniva sottratto alla madre e fino al ventesimo anno era affidato alle cure della polis, che provvedeva a farne un ottimo soldato, interamente consacrato agli interessi della patria. Le prove a cui era sottoposto durante l’addestramento erano numerose e durissime. Errori e cedimenti comportavano punizioni severe e discredito presso i compagni, e potevano costare anche la vita.
Invece di fiacchire i piedi con i calzari, Licurgo prescrisse che li irrobustissero abituandosi ad andare scalzi: riteneva infatti che con questo allenamento avrebbero superato più agevolmente le salite e affrontato con maggior sicurezza discese ripide; pensava inoltre che nello slancio, nel salto e nella corsa sarebbe stato più veloce un giovanetto scalzo, a patto di avere i piedi opportunatamente esercitati, di un giovanetto fornito di calzari. E in luogo di permettere che i loro corpi perdessero vigore nell’effeminatezza dell’abbigliamento, dispose che si abituassero ad un’unica veste per tutto l’anno, convinto che in tal modo sarebbero stati meglio preparati a far fronte sia al freddo che al caldo.
Quanto al cibo, prescrisse che ogni capo-drappello per il pasto comune del suo gruppo ne disponesse in quantità tale da non provocare in nessuno appesantimento per sazietà, anzi da abituare tutti a razioni ridotte. […] avrebbero saputo resistere più a lungo con la stessa razione, qualora ne avessero ricevuto ordine, e sentito meno la mancanza di cibi delicati, accettando dunque di buon grado ogni tipo di nutrimento […]. Ed è altrettanto chiaro che se Licurgo ha proposto un simile programma educativo, l’ha fatto al fine di rendere i giovani più abili a procurarsi il necessario e più pronti alla lotta.
da Senofonte, La costituzione di Sparta
Per gli spartiati la vita di famiglia era ridotta ai minimi termini, perché obbligati alla vita comunitaria. Rientravano in questa organizzazione i sissizi, cioè le mense pubbliche dove gli spartiati si riunivano per consumare i loro pasti in comune e a cui ciascuno contribuiva nella stessa misura. I pasti, naturalmente, erano sempre semplici e frugali. Secondo la tradizione, questa abitudine era stata istituita da Licurgo con l’intento di reprimere ogni propensione verso i piaceri e il lusso, che nuocevano all’efficienza fisica. Le mense pubbliche realizzavano inoltre quel principio di uguaglianza che Licurgo aveva posto a fondamento della costituzione spartana;
- i perieci (letteralmente «coloro che abitano intorno») vivevano in piccoli villaggi intorno alla città; erano di origine dorica come gli spartiati, ma non erano cittadini a pieno titolo: potevano possedere terre e facevano parte dell’esercito come opliti, ma non godevano di alcun diritto politico; si occupavano prevalentemente di artigianato e commercio (che era proibito agli spartiati);
- gli iloti erano i discendenti delle popolazioni sottomesse dagli Spartani al momento del loro insediamento in Laconia, a cui poi si aggiunsero gli abitanti della Messenia. Privi di ogni diritto, vivevano in una condizione di semischiavitù (a differenza degli schiavi, essi appartenevano allo Stato e non al padrone, e non potevano essere comprati o venduti). Erano costretti a lavorare la terra degli spartiati, consegnando loro metà del raccolto.
Gli iloti erano coscienti di essere degli oppressi nella loro stessa terra e ciò li rendeva estremamente pericolosi: e in effetti la storia spartana fu letteralmente costellata dalle loro rivolte, regolarmente represse nel sangue (leggi Le guerre messeniche condotte da Sparta). Per fiaccare il loro spirito, gli Spartani facevano vivere gli iloti in una condizione di degrado fisico e morale:
Ciascuno di loro sia obbligato a portare un berretto di pelle di cane, a indossare una veste di pelle e a ricevere un numero stabilito di colpi ogni anno, anche se non hanno commesso nessuna colpa, e questo allo scopo che non dimenticassero di essere schiavi. Inoltre, se qualcuno di loro mostrava all’aspetto una vigoria superiore a quella ritenuta adatta a un servo, lo punivano con la morte, e i suoi proprietari venivano multati per non aver impedito allo schiavo di ingrassare.
da Ateneo di Naucrati, Deipnosofisti, XIV, 657d
Gli iloti erano tenuti anche in una condizione di costante terrore. Ogni anno, gli efori appena entrati in carica dichiaravano guerra agli iloti, consentendo a chiunque lo volesse di ucciderli senza commettere reato. Ma l’esempio più impressionante del regime di terrore e della violenza a cui erano sottoposti era un rito chiamato kryptèia, una sorta di «missione notturna» cui venivano addestrati i giovani Spartani:
Le autorità di quando in quando mandavano fuori in luoghi diversi della campagna i giovani che sembravano più accorti, permettendo loro di portare con sé soltanto un pugnale, il necessario per mangiare e nulla più. I giovani durante il giorno si disperdevano in luoghi nascosti, ove riposavano indisturbati; come calava la notte, scendevano sulle strade e facevano la pelle a quanti iloti capitavano loro tra le mani. Sovente entravano anche nei campi e ammazzavano i contadini più robusti e valenti.
da Plutarco, Vita di Licurgo