La Rift Valley è una lunga spaccatura nella crosta terrestre, che corre per circa 6000 km dalla Siria fino al Mozambico; è larga da 30 a 100 km; in alcuni punti la spaccatura tettonica raggiunge la profondità di 1200 metri.
La Great Rift Valley (così si chiama nella parte africana) separa l’altopiano etiopico in due parti. Dall’Etiopia, verso sud, si divide in due bracci: Rift orientale e Rift occidentale.
La parte occidentale del Rift è contornata da alte montagne, come la catena del Ruwenzori, e dai grandi laghi africani, fra i più profondi del mondo, come il lago Tanganika (1470 metri di profondità).
Il lago Vittoria, uno dei più grandi del mondo, giace fra i due bracci della Rift Valley.
L’area lungo la quale corre la Rift Valley è fortemente sismica e vulcanica. Sono infatti di origine vulcanica i monti Kilimangiaro e il Kenya.
La formazione della Rift Valley 35 milioni di anni fa ha causato un considerevole cambiamento climatico e ambientale. Essa segnò infatti la fine del fitto e uniforme manto di foreste che copriva quasi tutto il continente. La nascita di nuove catene montuose (orogenesi) creò una barriera che si oppose alla circolazione dell’aria umida proveniente dal mare, il clima si fece quindi più caldo e secco e l’ambiente si inaridì.
Nacquero così due ambienti molto diversificati. In prossimità della Rift la primitiva foresta tropicale si trasformò in savana: le scimmie dovettero allora scendere dagli alberi e adattarsi a vivere a livello del suolo. In questo ambiente circa quattro milioni di anni fa comparvero quindi i primi ominidi; la foresta invece soppravvisse più a ovest, lungo i grandi fiumi.
Il movimento che ha provocato la spaccatura 35 milioni di anni fa prosegue anche ai giorni nostri ed è destinato a separare il Corno d’Africa dal continente.