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Odissea Libro XIX: Euriclea riconosce Odisseo

Odissea libro XIX riassunto: Odisseo incontra Penelope; Euriclea riconosce Odisseo.

Odissea Libro XIX: Odisseo incontra Penelope

Allontanatisi i Proci dal palazzo (Odissea Libro XVIII), Odisseo e Telemaco rimuovono dalla grande sala tutte le armi, che vengono trasportate al piano superiore.
Poi il giovane va a dormire; Penelope scende invece dalle sue stanze, e in sua presenza l’ancella Melanto insulta di nuovo (Odissea Libro XVIII) il finto mendicante; la padrona la rimprovera.

Inizia quindi il colloquio tra l’ospite e Penelope, che spera di avere notizie del marito. La regina gli confida persino lo stratagemma della tela lavorata di giorno e disfatta di notte (Odissea Libro II), per mezzo del quale aveva tenuto a bada i Proci per quattro anni; ma infine era stata scoperta, per il tradimento di alcune ancelle, e costretta a terminare il lavoro.

Fingendo nuovamente di essere un cretese, l’eroe racconta di aver ospitato Odisseo durante la sua navigazione per Troia. Perché la regina gli creda, descrive l’abbigliamento e l’armatura che allora egli portava. Penelope si abbandona al pianto; l’eroe la compiange dentro di sé, ma riesce a frenare le lacrime. Infine la rassicura sul ritorno del marito e le riferisce le notizie apprese dal re dei Tesproti: Odisseo è vivo e riporterà a casa molti tesori. La regina però non vuole illudersi con speranze infondate.

Prima di ritirarsi, la regina, che rispetta il rituale dell’ospitalità, ordina alle ancelle di lavare il vecchio e di preparare un comodo letto per lui; egli è così simile nella sventura al suo sposo e le ha appena dimostrato di aver realmente conosciuto Odisseo. Ma l’ospite non vuole né letto né coperte: intende trascorrere la notte per terra, come sempre. Non vuole neppure che le serve si occupino di lui; chiede solo l’aiuto di una annosa vegliarda, solerte, che ha tanto sofferto nell’animo quanto io pure.

Odissea Libro XIX: Euriclea riconosce Odisseo

Penelope incarica di questa incombenza Euriclea, l’anziana e fedele nutrice di Odisseo. Ella, mentre gli lava i piedi riconosce un segno inequivocabile: una cicatrice che risale all’adolescenza dell’eroe. Egli, recatosi sul monte Parnaso, presso i nonni materni Autolico e Anfitea, aveva partecipato a una battuta di caccia; dalla folta macchia era sbucato un cinghiale contro il quale il giovane si era avventato per primo. Con un colpo di lancia aveva abbattuto l’animale, che però con la zanna era riuscito a squarciargli la gamba, proprio sopra il ginocchio.

La vecchia, profondamente emozionata, lascia cadere la gamba di Odisseo dentro il bacile; gli rivolge parole affettuose e sta per rivelare tutto a Penelope; ma l’eroe le intima di non dire nulla a nessuno: minaccia una vendetta spietata non solo contro le ancelle infedeli, ma anche contro Euriclea, se parlerà. Essa replica ricordandogli a sua volta la sua ferrea fedeltà e dedizione, e gli offre di rivelargli i nomi delle ancelle infedeli. Ma Odisseo non vuole: saprà riconoscerle lui stesso; la nutrice deve solo saper tacere per non tradirlo e non rovinare i suoi piani.

Subito dopo Penelope riprende il colloquio con il finto mendicante e gli rivela le sue angosce: deve lasciare la casa nuziale o mantenersi fedele al marito lontano? Per avere un consiglio gli confida un suo sogno: venti oche domestiche uccise da un’aquila che poi dichiarava di essere Odisseo pronto a uccidere i Proci.
Il finto mendicante conferma il significato del sogno: sta nelle parole pronunciate dall’aquila/Odisseo.
Penelope dichiara di non potersi fidare dei sogni; rivela all’ospite che ben presto proporrà ai pretendenti una gara: chi riuscirà a tendere l’arco di Odisseo (fatto di robuste corna e quindi molto duro) e a far passare una freccia attraverso gli anelli di dodici scuri disposte in fila sarà il suo sposo.
Il finto mendicante la incoraggia a proporre al più presto la gara, promettendo l’imminente arrivo di Odisseo. La donna, confortata, va a dormire accompagnata dalle sue ancelle.

Il racconto continua con Odissea Libro XX: aspettando la strage dei Proci

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