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Samurai, antico guerriero giapponese

Il termine samurai (dal giapponese samuran o saluran, «essere al servizio di») nell’antico Giappone, fino intorno all’anno Mille, indicava le guardie del palazzo dell’imperatore.

Storia dei samurai giapponesi

Successivamente in epoca feudale, cominciò a designare genericamente chi esercitava il mestiere delle armi. A quel tempo i samurai non costituivano milizie mercenarie, ma erano vassalli dei daimyo, i grandi signori terrieri, ai quali erano legati da un giuramento di fedeltà. Dovevano dedizione assoluta e protezione, morendo se necessario, perché una “morte disonorevole” per mano dei nemici, ad esempio, era inaccettabile per un samurai, che sceglieva invece il seppuku (più comunemente conosciuto con il termine harakiri), cioè “il taglio del ventre”: il samurai si inginocchiava con le punte dei piedi rivolte all’indietro (accorgimento, questo, necessario per impedire che il corpo cadesse all’indietro) e conficcava un pugnale nell’addome da sinistra verso destra e poi verso l’alto.

Poiché le lunghe guerre medievali contribuirono ad accrescere l’importanza e il prestigio dei soldati, i samurai divennero presto una vera e propria casta privilegiata che, sotto l’influsso della filosofia cinese e del Buddhismo, elaborò un proprio sistema di ideali, norme e principi morali.

Durante il periodo feudale essi vivevano nei castelli dei propri signori, dai quali ricevevano denaro e viveri per sé e la propria famiglia. Aboliti i feudi nel 1869, i samurai vennero incorporati nella nobiltà del nuovo Giappone.

La vestizione del samurai giapponese

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La vestizione di un samurai era complessa; seguiva un cerimoniale ben preciso. Ogni singolo gesto, compiuto con meticolosità, preparava il guerriero giapponese ad affrontare la guerra cancellando ogni traccia della sua umanità.

Il più delle volte l’inguine era protetto da un grembiule lamellare (kusazuri).
I samurai a cavallo portavano sotto il kusazuri due piastre legate in vita, che scendevano fornendo protezione alle cosce.
Due placche, una posta sulla spalla e un’altra sul lato esterno del braccio ne assicuravano la protezione.
Avambraccio e polso erano difesi da piastre o da armature a strisce, come anche ginocchio e stinco. L’armatura dello stinco è detta sune-ate, quella dell’avambraccio kote.
Ai piedi calzava sandali.
L’elmo del samurai è detto kabuto ed è solitamente accompagnato da una maschera chiamata mempo. La corazza è chiamata do.

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Le armi dei samurai

Le prime armi indossate dai guerrieri giapponesi includevano arco, frecce, spade. Le spade erano due: una lunga e l’altra corta.

La situazione cambiò radicalmente verso la metà del Cinquecento anche grazie all’introduzione, da parte dei portoghesi, delle armi da fuoco. La polvere da sparo era già nota in Giappone, ma gli archibugi europei furono le prime armi di precisione a esservi introdotte. Grazie all’abilità degli artigiani giapponesi che eseguivano ottime copie delle armi europee, la diffusione di questo nuovo mezzo offensivo fu rapidissima: in pochi anni il fucile divenne l’equipaggiamento indispensabile di ogni samurai.

 

 

 

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