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Giacomo Casanova chi era

Giacomo Casanova nasce a Venezia il 2 aprile 1725 da due attori della commedia dell’arte. È un uomo diventato leggenda. Diplomatico veneziano, agente segreto, alchimista, scrittore, avventuriero, libertino, rubacuori, dongiovanni, uomo dalle mille conquiste, tanto che il suo nome oggi ha perso la maiuscola ed è diventato un nome comune per definire i seduttori: “essere un casanova”, “comportarsi come un casanova”.

Chi era Giacomo Casanova?

Giacomo Casanova (nome completo Giacomo Girolamo Casanova) da giovane studia per diventare prete, ma viene cacciato dal seminario. Lascia l’Italia e peregrina per l’Europa giocando d’azzardo, seducendo donne, sfidando gli avversari a duello.

Tornato a Venezia, nel 1755 viene arrestato e accusato di essere un eretico e affiliato alla Massoneria. Riesce a evadere dalla prigione dei Piombi di Venezia dopo 15 mesi e riprende l’avventurosa vita di prima in giro per l’Europa, spesso sotto le spoglie di agente segreto.

Ormai anziano, trova impiego come segretario del conte di Waldstein nel castello di Dux, nell’attuale Repubblica Ceca; qui muore il 4 giugno 1798.

Giacomo Casanova Storia della mia vita

A Dux, Casanova si dedica alla scrittura delle sue monumentali Memorie: Histoire de ma vie (Storia della mia vita), il suo scritto più importante, non tanto per quello che Casanova narra ma perché ci fa comprendere la storia e i costumi dell’Europa nel Secolo dei Lumi.

«Vi presento una confessione» scrive rivolgendosi ai suoi lettori, «senza alcun altro intento che quello di divertirvi»: il celebre veneziano vi ripercorre tutta la sua vita, i suoi viaggi, le persone incontrate (da Voltaire a Rousseau, da Mozart a Madame Pompadour), le sue avventure amorose sia con nobildonne che con ragazze del popolo (narra di ben 147 vicende di seduzione). Il testo è il lingua francese, perché all’epoca era la lingua più conosciuta e parlata in Europa.

Le sue Memorie vennero pubblicate solo nel 1825 in una versione censurata (la sua autobiografia era ritenuta immorale) e nel 1834 venne messa al bando nell’Indice dei libri proibiti, assieme alle altre opere del Casanova.

 

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