Amor sacro e Amor profano di Tiziano è un olio su tela, di dimensioni 118x279cm, eseguito nel 1515, in occasione delle nozze di Niccolò Aurelio, segretario della Repubblica di Venezia, e Laura Bagarotto, appartenente a un’importante famiglia di Padova. È una delle opere più note della Galleria Borghese (Roma).
Sebbene siano noti i committenti, il significato dell’opera non è stato ancora individuato con certezza, pur essendo state avanzate numerose letture che vi hanno riconosciuto i diretti riferimenti al tema nuziale.
Le due figure femminili, sedute ai lati di un antico sarcofago ornato di sculture, sono state viste come personificazioni dell’amore celeste (sacro) e di quello terreno (profano).
La nobildonna a sinistra, in abiti ciquecenteschi, rappresenta la Venere terrena (secondo alcune interpretazioni sarebbe la sposa stessa, Laura Bagarotto). Essa presenta gli attributi della sposa: la sontuosa veste bianca, la corona di mirto, le rose. Sembra poggiare col braccio sinistro su un cofanetto rotondo, chiuso da un coperchio finemente decorato: molto probabilmente fa riferimento al mito greco del “vaso di Pandora“; il vaso ben custodito dalla donna contiene tutte le sofferenze e i mali del mondo, lasciando ai nuovi coniugi soltanto amore e serenità. Il suo sguardo penetrante punta diritto verso l’osservatore, per renderlo partecipe alla scena.
La fanciulla nuda, a destra, indica la componente spirituale dell’amore. Innnalza infatti verso il cielo una lucerna. Simboleggia dunque la Venere Celeste. Caratterizzata da curve morbide e delicate, è parzialmente coperta da un manto rosso e un lenzuolo bianco. Si rivolge con lo sguardo verso la sposa, legando le due figure tra loro e rendendole a tratti simili.
Tra esse, la presenza di Cupido (Amore), che ribadisce il richiamo alla sfera amorosa. Mescola l’acqua della fontana, ricavata da un sarcofago, per unire le due personificazioni dell’amore.
Il sarcofago riporta lo stemma di Niccolò Aurelio e rilievi con scene di punizione. Queste alludono alle drammatiche vicende intercorse tra le due famiglie. Il padre di Laura, infatti, nel 1509, era stato condannato a morte come traditore della Repubblica di Venezia da una giuria di cui faceva parte lo stesso Aurelio. L’opera dunque è anche vista come simbolo di riconciliazione.
Al tema coniugale allude anche la coppia di conigli, come augurio per una numerosa prole.
Sullo sfondo un vasto paesaggio nel tramonto: a sinistra i tetti di un villaggio raccolto intorno a un torrione; a destra cacciatori e cani, pastori e greggi e un paese sulle rive di un lago lontano. Un campanile aguzzo si staglia contro il cielo solcato da nubi illuminate dai riflessi dorati del sole.
L’opera Amor Sacro Amor profano è una vera celebrazione della bellezza, ma anche della maestria di Tiziano nell’uso dei colori. Dominano il rosso e il bianco che donano una grande forza espressiva all’opera. La bellezza dei soggetti, le luci radenti e naturalistiche e, infine, i colori limpidi e vivi, fanno di questo dipinto un capolavoro del Cinquecento.
L’opera risente profondamente dell’influenza di Giorgione.