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D-Day: Lo sbarco in Normandia che cambiò la Seconda guerra mondiale

Il 6 giugno 1944 è una data impressa nella storia dell’umanità: è il giorno del D-Day, quando le forze alleate sbarcarono sulle coste della Normandia, dando inizio all’Operazione Overlord (in inglese “signore supremo”), una delle più grandi invasioni anfibie mai realizzate. Questo evento segnò l’inizio della liberazione dell’Europa occupata dal nazismo e fu uno dei momenti decisivi della Seconda guerra mondiale.

Cos’è il D-Day?

Il termine D-Day è utilizzato in ambito militare per indicare il giorno in cui ha inizio un’operazione di grande rilevanza. Tuttavia, nella memoria collettiva, “D-Day” è sinonimo dello sbarco in Normandia, che coinvolse oltre 156.000 soldati provenienti da Stati Uniti, Regno Unito, Canada e altri paesi alleati.

Le premesse dello sbarco in Normandia

Nel 1944, l’Europa era in gran parte sotto il controllo della Germania nazista. L’Unione Sovietica stava avanzando da est, ma serviva un secondo fronte a ovest per schiacciare definitivamente il regime di Hitler. Così nacque l’Operazione Overlord, il piano di invasione della Francia settentrionale, fortemente voluto da Winston Churchill, Franklin D. Roosevelt e Joseph Stalin.

La pianificazione dell’Operazione Overlord

L’Operazione Overlord fu pianificata nei minimi dettagli per mesi. Le spiagge della Normandia furono suddivise in cinque settori di sbarco: Utah, Omaha, Gold, Juno e Sword. Il comando dell’operazione fu affidato al generale statunitense Dwight D. Eisenhower.

Gli obiettivi principali
• Liberare la Francia nord-occidentale
• Indebolire le forze tedesche
• Aprire un secondo fronte contro la Germania

Si trattava di un’operazione rischiosa, anche perché i tedeschi avevano munito tutta la zona costiera con imponenti fortificazioni difensive (il cosiddetto vallo atlantico, che andava dai Pirenei alla Norvegia). Per attuare il piano furono necessari un lungo lavoro di preparazione (comprese azioni di depistaggio e di sabotamento condotte insieme ai partigiani francesi) e un eccezionale spiegamento di mezzi.

Il 6 giugno 1944: cronaca dello sbarco

All’alba del 6 giugno, dopo una massiccia campagna di bombardamenti aerei e navali, le truppe alleate iniziarono lo sbarco lungo le coste della Normandia. Nonostante la resistenza tedesca, soprattutto a Omaha Beach, gli Alleati riuscirono a stabilire una testa di ponte in Francia.

Lo sbarco colse impreparate le truppe tedesche. Ai tedeschi venne infatti fatto credere che gli alleati fossero pronti a sbarcare altrove, nella regione di Calais vicino a Parigi, e in Norvegia partendo dalla Scozia. Invece, l’operazione venne progettata per la regione della Normandia (offriva ampie spiagge sabbiose facili da assaltare), molto più a ovest, quasi al confine con la Spagna.

La resistenza tedesca fu molto accanita, ma gli attaccanti riuscirono a far sbarcare in territorio francese, nelle successive quattro settimane, oltre un milione e mezzo di uomini.

I numeri del D-Day

La Battaglia di Normandia fu una delle più cruenti tra quelle combattute sul fronte occidentale: costò agli alleati più di 220.000 perdite tra morti, feriti e prigionieri.

• 156.000 soldati sbarcati in un solo giorno
• 5.000 mezzi da sbarco utilizzati
• 11.000 aerei coinvolti

Le conseguenze dello sbarco

Il D-Day rappresentò una svolta decisiva nella Seconda guerra mondiale. I soldati americani, inglesi e canadesi dovettero combattere dal 6 giugno al 25 agosto 1944, allorché Parigi insorse, scacciò i tedeschi e accolse trionfalmente il generale Charles De Gaulle, che da Londra aveva coordinato la Resistenza francese, ovvero il movimento clandestino che boicottava con attentati le truppe di occupazione naziste.
Fu l’inizio della liberazione dell’Europa continentale dall’occupazione tedesca, durante la Seconda Guerra Mondiale.

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