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Erasmo da Rotterdam e l’Elogio della Follia

Erasmo da Rotterdam, ovvero Erasmo Desiderio, nome latinizzato di Geer Geertsz (nato a Rotterdam il 27 ottobre 1466 e morto a Basilea il 12 luglio 1536), il più famoso umanista della sua epoca.

Erasmo da Rotterdam e la riforma della Chiesa

Viaggiò in ogni paese d’Europa soggiornando a lungo soprattutto in Inghilterra, ma anche in Francia, Germania, Svizzera, nei Paesi Bassi, in Italia (dove si laureò a Torino, in teologia, nel 1506). Propugnò, come molti altri umanisti, l’urgenza di una riforma della Chiesa.

L’attività di riformatore fu incessante, ma procedette in direzioni diverse rispetto a quelle di Lutero. Erasmo da Rotterdam non ne condivideva né l’intolleranza religiosa né il pessimismo circa l’innata tendenza dell’uomo alla colpa e al peccato. Il mondo di Erasmo è infatti più sereno, più fiducioso nella originaria bontà dell’uomo e della natura. Egli propone un cristianesimo pratico; per lui una vita vissuta cristianamente ha come centro la carità fraterna, la tolleranza, la prudenza.

Elogio della follia, il capolavoro di Erasmo da Rotterdam

Il capolavoro di Erasmo da Rotterdam è il trattato Elogio della follia, scritto in Inghilterra nel 1509, in casa di Tommaso Moro, del quale fu grande amico.

L’opera riflette le idee umaniste che incominciavano a diffondersi in Europa nei primi anni del Rinascimento e che avrebbero avuto un ruolo chiave nella Riforma protestante.

Si tratta di una satira arguta sulla corruzione e le diatribe dottrinali nella Chiesa cattolica. Forte è la critica nei confronti degli ordini religiosi regolari, visti come ricettacoli di nullafacenti o di gente poco attenta ad una religiosità di tipo interiore.

Tuttavia, contiene anche un messaggio profondo, che afferma che la «follia» – termine con cui Erasmo intende la tendenza naturale all’ignoranza, alla superficialità, alla stoltezza che caratterizza ogni aspetto della vita umana e senza la quale sembrerebbe impossibile persino sopravvivere – sia una parte essenziale dell’essere umano, oltre ad essere ciò che, in ultima istanza, dà maggiore felicità e soddisfazione.

La conoscenza, invece, secondo Erasmo da Rotterdam, può essere un fardello e può portare a complicazioni che possono rendere la vita difficile.

Fede e follia

Anche la religione è una forma di follia, sostiene Erasmo, perché credere può basarsi solo sulla fede, mai sulla ragione.

Egli auspica un ritorno alla fede semplice e sentita, con un rapporto diretto fra individui e Dio, diversa da quella prescritta dalla dottrina cattolica.

Erasmo ci suggerisce di abbracciare quello che egli considera il vero spirito delle Scritture, e cioè semplicità, ingenuità e umiltà. Queste, secondo lui, sono le caratteristiche fondamentali che sono la chiave di una vita felice.

 

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