Girolamo Savonarola, il moralismo religioso, le prediche, la condanna al rogo

Girolamo Savonarola nacque a Ferrara il 21 settembre 1452 da una modesta famiglia. Nel 1475 entrò nell’Ordine domenicano. Nel 1482 fu chiamato a Firenze da Lorenzo il Magnifico come lettore della Sacra Scrittura nel convento di San Marco.
Abile oratore e persona colta, Girolamo Savonarola si creò un largo seguito nella città, predicando con grande vigore contro il lusso della signoria medicea e la politica nepotista del corrotto pontefice Alessandro VI Borgia.

Girolamo Savonarola auspicava una purificazione della società e un profondo rinnovamento della Chiesa; i suoi seguaci erano detti appunto «piagnoni» per il loro moralismo intransigente. Ma il governo repubblicano instaurato da Girolamo Savonarola dopo la caduta di Piero II de’ Medici (1494), successore di Lorenzo il Magnifico, non riuscì a radicarsi nella città: le riforme di Girolamo Savonarola, soprattutto l’imposta fondiaria e l’imposta progressiva sul reddito, spinsero le famiglie patrizie, gli «arrabbiati», e i sostenitori dei Medici a coalizzarsi contro di lui.

Nel 1495 gli fu proibito di continuare nella sua attività oratoria, ma Savonarola osò disubbidire all’ordine papale andando incontro alla scomunica (1497) e alla condanna come eretico. I suoi nemici ne approffittarono allora per seminare il malcontento tra i fiorentini.

Catturato e torturato, venne sottoposto a ben tre processi, al termine dei quali fu condannato, per eresia e impostura, a essere impiccato a una croce e poi bruciato. Tale sentenza fu eseguita il 23 maggio 1498 in Piazza della Signoria, a Firenze. Le ceneri vennero raccolte e gettate nell’Arno dal Ponte Vecchio, per evitare che divenissero oggetto di venerazione da parte dei suoi seguaci.

Di Girolamo Savonarola rimangono numerose opere che esprimono il suo pensiero di riformatore religioso e civile. Fra queste particolarmente importanti il Trattato circa il reggimento e il governo di Firenze, e, soprattutto, le famose Prediche.

Nel 1559 le opere di Girolamo Savonarola furono inserite nell’Indice dei libri proibiti. I suoi scritti sono stati riabilitati dalla Chiesa nei secoli successivi fino ad essere presi in considerazione in importanti trattati di teologia.

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