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La Politica di Aristotele, riassunto e commento

La Politica di Aristotele, riassunto di Filosofia, facile, semplice, completo per studiare e memorizzare rapidamente.

La Politica è l’opera di Aristotele in otto libri, nella quale il filosofo espone il suo pensiero politico a partire dall’organizzazione della famiglia, intesa come nucleo base della società, per passare ai diversi tipi di costituzione.

Storicamente l’individuo, la famiglia e la tribù (demos) precedono lo Stato, ma quest’ultimo è il solo ente completo e autosufficiente in grado di dare felicità materiale e spirituale ai cittadini (il fine dello Stato). A questo scopo è necessario che l’uomo venga sollevato dalle necessità pratiche del vivere quotidiano, il che fornisce una giustificazione speculativa della schiavitù, vista come condizione naturale se sono i barbari a essere schiavi dei Greci, mentre diventa innaturale nel caso contrario, data la superiorità umana dei Greci su tutti gli altri popoli, mai messa in dubbio da Aristotele.

Nella parte dedicata all’economia, il commercio e l’usura vengono condannati come attività innaturali.

La critica al comunismo platonico (nella Repubblica Platone suggerisce l’eliminazione della proprietà privata, la comunanza dei beni e il superamento degli interessi personali) fa perno sul concetto della necessità della proprietà privata e della famiglia per la vita sociale, alla quale l’uomo, definito come «animale politico», è naturalmente incline.

Aristotele distingue le forme di governo a seconda che questo:

  1. sia esercitato da un solo uomo, da pochi uomini oppure dalla maggioranza;
  2. sia finalizzato all’interesse comune o all’interesse privato.

Si avranno così tre forme fisiologiche di governo: monarchia, aristocrazia e politìa (oggi diremmo “democrazia”) e tre corrispondenti forme degenerate: tirannide, oligarchia e democrazia (oggi diremmo “demagogia”).

Pur affermando che ogni forma di governo può essere buona, a patto che miri all’interesse dei governati, Aristotele predilige la politìa.

Queste le condizioni per le quali un qualsiasi tipo di governo può raggiungere la propria forma migliore:

  • la costituzione dello Stato deve essere tale da provvedere alla prosperità materiale e alla vita virtuosa e felice dei cittadini;
  • il numero dei cittadini non deve essere né troppo elevato né troppo basso;
  • l’indole dei cittadini deve essere coraggiosa e intelligente, come quella dei Greci, che sono i più adatti a vivere in libertà e a dominare gli altri popoli;
  • nella città tutte le funzioni devono essere ben distribuite tra le tre classi fondamentali, secondo il progetto platonico (leggi Repubblica di Platone). Contro Platone, Aristotele esclude però la comunanza delle donne e della proprietà;
  • è necessario che nello Stato comandino gli anziani (nessuno si rassegnerebbe alla condizione di obbedienza verso un giovane);
  • lo Stato deve occuparsi dell’educazione dei cittadini, che deve essere uniforme per tutti e diretta ad allenare alla guerra, a preparare alla vita pacifica e soprattutto alle azioni virtuose.

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