Lo scandalo Watergate è il grave scandalo politico scoppiato nel 1972 che costrinse alle dimissioni il presidente degli Stati Uniti d’America Richard Nixon.
Nel caso Watergate (dal nome della sede violata del Partito democratico) Nixon fu accusato di aver coperto i comportamenti illegali di alcuni suoi collaboratori responsabili di un’operazione di spionaggio ai danni del Partito democratico.
Lo scandalo Watergate iniziò la mattina del 17 giugno 1972, quando cinque uomini (presunti “idraulici”, in realtà spie assoldate dall’entourage del presidente Richard Nixon, allora in piena campagna elettorale contro il candidato democratico George McGovern) furono sorpresi nella sede del comitato elettorale del Partito democratico, nel complesso alberghiero del Watergate a Washington.
Inizialmente il furto sembrò opera di ladri comuni. In seguito, però, le indagini condotte da due cronisti del quotidiano statunitense The Washington Post, Bob Woodward e Carl Bernstein, dimostrarono che l’effrazione era stata commissionata da emissari del Partito repubblicano. Essi avevano messo a punto un piano segreto di intimidazione e spionaggio a danno degli avversari politici.
Il Presidente Richard Nixon si dichiarò estraneo ai fatti; le prove però svelarono che aveva ordinato all’Fbi di interrompere le indagini sul caso, cercando di insabbiare lo scandalo.
Dimissioni Nixon
Per evitare l’impeachment («messa in stato di accusa»), il presidente repubblicano in carica Nixon (rieletto trionfalmente nel novembre del 1972) si dimise dalla presidenza l’8 agosto 1974. È l’unico presidente della storia Usa a compiere un simile gesto. Travolto dagli avvenimenti, uscì di scena con un drammatico discorso alla tv.
Un mese dopo, il suo successore Gerald Ford, gli condonò tutti i crimini, rendendolo così immune all’azione delle autorità giudiziarie federali.