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Regola di San Benedetto che cosa stabilisce?

Regola di San Benedetto anche detta Regola benedettina, e in latino Regula monachorum o Sancta Regula, è il complesso di norme, cioè di regole, dettate da San Benedetto da Norcia (480-547) nel 534 d.C a Montecassino, per i monaci dell’Ordine Benedettino, poi adottata dalla maggior parte dei monasteri occidentali. Si compone di un “Prologo” e di 73 capitoli, che affrontano tutti gli aspetti della vita monastica.

I monasteri che seguono la Regola di San Benedetto sono detti monasteri benedettini.

Quali sono i principi fondamentali della Regola di San Benedetto?

I fondamenti della Regola sono: la perseveranza, la condotta di vita ascetica e l’obbedienza all’abate, padre della comunità.

Che cosa stabilisce?

L’abate ha il compito di assumere le decisioni opportune per il buon funzionamento della comunità; deve agire con giustizia ed evitare qualsiasi sopruso; è eletto dalla comunità per la sua esemplarità e rimane in carica per tutta la vita. L’abate, poi, sceglie i decani, ciascuno dei quali è responsabile di un gruppo di dieci fratelli; il frate cellario addetto alla dispensa; il frate portinaio, addetto all’accoglienza degli ospiti; e i frati responsabili degli oggetti del monastero.

La Regola di San Benedetto elenca precise sanzioni per i monaci che commettono errori o mancanze e ammette le punizioni corporali.

La Regola benedettina disciplina il giorno e la notte del monaco e li suddivide in tempo di preghiera, lavoro, studio della Parola di Dio e riposo. Da ciò deriva la celebre espressione “Ora et labora“, cioè “Prega e lavora”, nella quale è sintetizzato il cuore della Regola.

Benedetto stabilisce che i monaci preghino sette volte al giorno e una volta durante la notte, più i momenti liberamente scelti da loro. La Regola indica le invocazioni per i vari momenti di preghiera, a seconda del periodo dell’anno; definisce ore e periodo della giornata dedicati allo studio dei Testi Sacri e al lavoro.

I monaci dormivano tutti insieme oppure, quando erano troppi, in camerate da dieci o venti posti letto. Nel monastero ogni cosa doveva essere in comune e la proprietà privata era ritenuta un vizio: non era neanche possibile ricevere dei regali senza l’approvazione dell’abate, che comunque poteva decidere di destinarli a qualcun altro.

A ciascun monaco dovevano essere dati due sopravvesti, due tonache, scarpe, cintura, coltello, ago, fazzoletti e il necessario per scrivere. Ogni monaco deve mangiare e bere il necessario per la sopravvivenza, evitando sazietà e ubriachezza. Era proibito mangiare carne, eccetto che ai malati. Inoltre erano previsti dei digiuni, specialmente in alcuni momenti dell’anno. La Regola comanda di accogliere con la massima considerazione e benevolenza gli ospiti, soprattutto i pellegrini, gli altri monaci e i poveri, perché in essi si fa presentee Cristo.

La Regola di San Benedetto s’impose come legge fondamentale di tutto il monachesimo occidentale; per questo Benedetto da Norcia è stato definito il «padre dell’Occidente».

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