Incendio di Roma del 18 luglio 64 d.C. – Roma, al tempo dell’imperatore romano Nerone: un terribile incendio distrugge gran parte della città.
Il fuoco cominciò a divampare nella zona del Circo Massimo la notte del 18 luglio del 64 d.C. e imperversò per 9 giorni, propagandosi per tutta la città. Le vittime furono migliaia e numerosissimi gli edifici che andarono perduti per sempre.
Riferisce lo storico Tacito (50 – 120 d.C. circa) che Nerone, per liberarsi dell’accusa di aver lui stesso provocato l’incendio di Roma (una città affollatissima e in gran parte edificata in legno) al fine di poter ricostruire più bella la città e fare spazio al suo grande palazzo, la Domus Aurea, gettò la colpa sui cristiani.
I Romani mal tolleravano i cristiani. Quella dei cristiani era infatti una comunità di seguaci di un culto che allora era considerato strano e misterioso. Il loro modo di vivere, così appartato e diverso, sembrava fatto apposta per suscitare la diffidenza del popolo e accreditare i peggiori sospetti.
E così, sotto il regno di Nerone, si svolse la prima persecuzione contro i cristiani, durante la quale morirono anche Pietro e Paolo.
Tacito riferisce che Nerone trasformò in spettacolo gli atroci supplizi dei cristiani: «Rivestiti con pelli di animali feroci, venivano dati in pasto ai cani oppure crocefissi, o arsi vivi come torce per illuminare le vie dopo il tramonto. Nerone aveva messo a disposizione i suoi giardini per questo spettacolo».
Probabilmente è questa la fonte cui si ispira il pittore polacco Henryk Siemiradzki (1843 – 1902) nel realizzare il dipinto.