La distinzione tra bolscevichi e menscevichi risale al 1903, cioè al secondo Congresso del Partito Operaio Socialdemocratco Russo (in sigla POSDR). Nel congresso, tenutosi a Londra nel 1903, tale partito si divise in due blocchi contrapposti: il partito bolscevico, capeggiato da Lenin, e il partito menscevico, guidato da Martov.
Chi erano i bolscevichi e i menscevichi e cosa volevano
I bolscevichi erano i socialisti di maggioranza, convinti della necessità di una rivoluzione, guidata da professionisti della politica, che portasse i proletari al potere e liberare così la Russia dall’assolutismo zarista. La rivoluzione sarebbe servita per creare una società comunista senza più divisioni in classi, senza proprietà privata e con la collettivizzazione dei mezzi di produzione (terre, fabbriche e miniere dovevano diventare di proprietà dello Stato).
I bolscevichi si contrapponevano ai menscevichi, cioè i socialisti di minoranza. I menscevichi, la fazione moderata del movimento socialista, erano contrari alla rivoluzione e favorevoli a realizzare graduali riforme politiche e sociali alleandosi con la borghesia. L’elezioni politiche erano lo strumento democratico per raggiungere il potere.
I bolscevichi e la Rivoluzione russa
Guidati da Lenin, i bolscevichi nell’ottobre 1917 scatenarono una rivoluzione (vedi Rivoluzione russa riassunto) e costruirono un nuovo governo che abolì le grandi proprietà terriere e decise il ritiro della Russia dalla prima guerra mondiale (vedi Pace di Brest Litovsk: cosa stabilì e conseguenze). Iniziò allora la guerra civile tra i bolscevichi (Armata rossa) e i sostenitori del vecchio regime zarista (Armata bianca). Nel 1920 la guerra civile si concluse con la vittoria dell’Armata rossa. Ormai i bolscevichi avevano il controllo dell’intera Russia. Si apriva dunque il lungo periodo della lunga dittatura comunista in Russia, che durerà senza interruzioni per 70 anni.
Nel 1922 nacque ufficialmente l’Urss (Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche), uno Stato federale sotto il controllo del partito comunista rappresentato dal Soviet supremo.
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