Cimabue pittore italiano (Firenze 1240-Pisa1302), soprannome di Cenni di Pepo, maestro di Giotto. Si formò a Firenze, dove svolse gran parte della sua attività, ma fu chiamato a dipingere anche ad Arezzo, Assisi, Roma e Pisa.
Cimabue opere
La prima opera di Cimabue giunta fino a noi è il Crocifisso della chiesa di San Domenico ad Arezzo, dipinto tra il 1265 e il 1270. Di qualche anno più tardi è la Madonna in maestà degli Uffizi (un tempo in Santa Trinità).
Tra il 1280 e il 1283 si collocano gli affreschi della basilica superiore di San Francesco ad Assisi: Evangelisti nella volta della crociera; Storie della Vergine nel coro; Scene dell’Apocalisse, Giudizio e Crocifissione nel braccio sinistro del transetto; Storie di San Pietro nel braccio destro.
Seguono: il Crocifisso (1287-88 circa, Firenze, Museo dell’Opera di Santa Croce); la Maestà della Vergine con San Francesco nella basilica inferiore di Assisi. Infine, le ultime opere: Madonna (oggi al Louvre) e mosaico con San Giovanni Evangelista (1302, nel Duomo di Pisa).
Fin da subito la pittura di Cimabue appare innovativa, prendendo le distanze dall’arte bizantina, che irrigidiva le figure, appiattendole sulla tavola e rendendole quasi senza espressione.
I personaggi delle opere di Cimabue sembrano invece “veri“, hanno volume, sono inseriti in uno spazio dove è evidente la ricerca della profondità e fanno trasparire dai volti e dai gesti sentimenti ed emozioni che vengono comunicati a chi guarda.
Crocifissi Cimabue
Le figure dipinte da Cimabue rivelano anche una scrupolosa ricerca anatomica. Questo particolare è visibile soprattutto nei crocifissi, dove si assiste a un’evoluzione nella definizione dei dettagli grazie all’uso delle sfumature.
Nei Crocifissi Cimabue fa sì che il volto di Cristo appaia segnato da una grande sofferenza e anche il corpo sembra torcersi per il dolore: tutti particolari assenti nell’iconografia bizantina.