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Homo homini lupus traduzione e significato

Homo homini lupus, cioè l’uomo è lupo per l’altro uomo. La frase è un’amara riflessione sull’egoismo umano e sulla violenza degli esseri umani tra di loro.

L’espressione è tratta originariamente, con alcuni cambiamenti, dall’Asinaria di Plauto, al v. 495, che recita: Lupus est homo homini, non homo, quom qualis sit non novit, ovvero: «L’uomo è un lupo per l’uomo, non un uomo, quando s’ignora chi sia».

La prima parte di questo verso è divenuta proverbiale, nella forma Homo homini lupus, per indicare la spietata concorrenza che governa i rapporti tra gli esseri umani, ed è stata resa celebre soprattutto dal filosofo inglese Thomas Hobbes (1588-1679).

Cosa intende Hobbes con Homo homini lupus?

Hobbes usa questa frase nella sua opera De cive (Il cittadino) per descrivere la condizione dell’uomo nello stato di natura (cioè in quello stato non regolato da alcuna legge), prima della nascita dello Stato civile, dove invece ci sono le leggi che regolano i rapporti tra gli uomini, eliminandone gli istinti egoistici e violenti contro i propri simili.

Hobbes parte dalla constatazione che l’uomo è per natura fondamentalmente egoista, portato alla ricerca del proprio piacere e perciò non socievole.

Nello stato di natura gli uomini sono in continuo contrasto tra loro, in uno stato di guerra di tutti contro tutti (bellum omnium contra omnes) perché ciascuno sente di avere diritto su ogni cosa (ius in omnia). Proprio per salvarsi da questo stato di guerra continuo decidono di creare, stipulando tra loro un patto, lo Stato (che Hobbes identifica col Leviatano, il terribile mostro biblico da cui deriva il titolo della sua opera maggiore), rinunciando ai propri diritti e dando tutto il potere al sovrano, che in cambio li proteggerà dal pericolo che ciascuno rappresenta per gli altri.

Fuori dall’ambito strettamente filosofico, l’espressione è ancora utilizzata per sottolineare, in tono ora ironico ora sconsolato, la malvagità e la malizia dell’uomo. Ha lo stesso valore di mors tua vita mea (la tua morte è la mia vita).

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