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Il non finito di Michelangelo

Il non finito di Michelangelo Buonarroti (1475-1564) è una tecnica di esecuzione del grande artista del Rinascimento e caratteristica di molte delle sue sculture.

Il non finito di Michelangelo cosa rappresenta?

Il non finito, cioè l’interruzione del processo di definizione dell’opera quando la forma comincia ad apparire nel blocco di pietra inerte, è una scelta che permette a Michelangelo di fermare l’attimo di drammatica liberazione dell’anima dalla materia, mantenendo nello stesso tempo assolutamente dinamica l’opera.

Tecnica del non finito caratteristiche

Michelangelo leviga la figura in alcune parti e volutamente lascia altre allo stato di abbozzo, come a segnalare il momento di passaggio in cui il marmo non è più solo materia inerte e la figura ancora non “vive”.

Significato simbolico del non finito

È evidente che il non finito acquista anche un significato simbolico: all’emergere della figura dal blocco si associa l’idea dell’uomo che lotta per liberarsi dalla schiavitù della materia ed elevarsi a Dio.

Dove si trova il non finito di Michelangelo?

Michelangelo ha lasciato diverse sculture non finite: il San Matteo (1504-1506, Galleria dell’Accademia, Firenze); i Prigioni, realizzati per la tomba di Giulio II, incompiuti e attualmente conservati presso la Galleria dell’Accademia di Firenze; la Pietà Rondanini (1552-1564, Museo del Castello Sforzesco, Milano), l’ultima scultura di Michelangelo, considerata il suo testamento spirituale.

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