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Ossimoro significato ed esempi

Ossimoro significato esempi della figura retorica.

Come si pronuncia ossìmoro o ossimòro?

Entrambe le pronunce, con l’accento che cade su sillabe diverse, sono corrette:

  • ossìmoro, con accentazione sdrucciola (sdrucciola = l’accento cade sulla terz’ultima sillaba);
  • ossimòro, con accentazione piana (piana = l’accento cade sulla penultima sillaba).

Che significa il termine ossimoro?

L’ossimoro è una figura retorica che consiste nell’accostare due parole di significato opposto che si contraddicono a vicenda: “grido silenzioso”, “amara dolcezza”.

La parola ossimoro deriva dal greco oxýmoron, che a sua volta è il composto delle parole oxýs, “acuto”, e morós, “stolto, folle”.

Esempi di ossimoro dalla letteratura italiana

Molti poeti si sono serviti di questa tecnica. Ecco alcuni esempi di ossimoro:

È l’estate fredda dei morti (Novembre, di Giovanni Pascoli). Quando si dice estate si pensa al caldo, non al freddo. Ma nel mese di novembre cade la cosiddetta «estate di San Martino». È un periodo di bel tempo che premiò, secondo la leggenda, l’atto di carità compiuto da Martino di Tours nei confronti di un povero seminudo cui avrebbe donato, in un freddo giorno di questo mese, la metà del suo mantello. Ma la stagione fredda è ormai avanzata, come testimoniano i rami degli alberi secchi, e nei primi giorni di novembre si celebra la ricorrenza dei morti.

Bruciano di neve ( Lettere alla madre, di Salvatore Quasimodo). La neve è fredda ma, accostata al verbo «bruciano», acquista una nuova sfumatura: il bianco elemento che, pur gelido, trattenuto fra le mani dà una sensazione di bruciore.

Tomba mutevole (Giuseppe Ungaretti). La Tomba richiama l’idea della morte, cioè qualcosa di definitivo, ma è accostata alla parola mutevole.

Rosea tristezza (Vincenzo Cardarelli)

Amara dolcezza (Umberto Saba)

Sole di ghiaccio (Charles Baudelaire)

Splendore delle tenebre (Baltasar Gracián)

Colpa innocente (Pier Paolo Pasolini)

Tacito tumulto (Giovanni Pascoli)

Turbine cortese (Giosue Carducci)

Anche nel linguaggio comune facciamo uso dell’ossimoro. Pensa alle espressioni: Un morto vivente, un chiaro equivoco, un’alba crepuscolare, lucida follia.

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