Johannes Gutenberg (1390-1468) è l’orafo tedesco che nel 1448 inventò la stampa a caratteri mobili, una delle invezioni che hanno cambiato il corso della storia. Egli, avvalendosi di tecniche e di procedimenti già noti da tempo e delle sue conoscenze di orafo, inventò un sistema semplice e geniale per riprodurre i caratteri scritti. Creò una serie di stampi singoli, uno per ogni carattere, che combinati in parole rendono possibile formare righe e pagine sempre nuove. Composta la pagina, questa veniva spalmata d’inchiostro e pressata sulla carta con il torchio da stampa, un semplice adattamento del torchio da vino; poi le lettere venivano riutilizzate per comporre altre pagine.
L’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg costituì una tappa fondamentale per la nostra civiltà.
Scopriamo ora nel dettaglio quale fu il lavoro di Gutenberg e quali furono le conseguenze dell’invenzione della stampa a caratteri mobili.
Johannes Gutenberg e la rivoluzione dei caratteri mobili
Johannes Gensfleisch, detto Gutenberg dal nome del villaggio presso Magonza, città della Germania posta tra i fiumi Meno e Reno, dove era nato nel 1390 e dove morì il 3 febbraio 1468. Suo padre era il capo della zecca e così fin da piccolo egli ebbe dimistichezza con i metalli e la loro lavorazione. Egli, infatti, svolgeva la professione di orafo e si occupava in particolare del conio delle monete.
La vera genialità di Gutenberg fu collegare tra loro invenzioni che altri avevano fatto in precedenza. Si avvalse, infatti, della carta che progressivamente aveva preso il posto della pergamena; dei caratteri mobili che utilizzava l’oreficeria per punzonare i gioielli con il nome del produttore; della tecnica della xilografia (incisione a rilievo su un blocco di legno), che veniva poi inchiostrato e premuto su un foglio di carta; infine dei torchi da vino dei vignaioli renani, modificati nel nuovo torchio da stampa in grado di pressare le matrici con i caratteri mobili.
Le matrici, realizzate dapprima in legno e poi in piombo, riproducevano ciascuna una singola lettera dell’alfabeto e venivano poste una accanto all’altra e una riga sotto l’altra, a formare la pagina di testo. Dopo essere state inserite in un telaio, che le teneva ferme, le matrici dei caratteri venivano inchiostrate e infine coperte da un foglio di carta, premuto uniformemente per mezzo del torchio.
Gutenberg cominciò a lavorare alla stampa intorno al 1448, in società con il banchiere Johann Fust e l’incisore Peter Schöffer. Il primo libro stampato con la tecnica dei caratteri mobili fu la Bibbia nella sua traduzione in latino, composta con pagine di 42 righe ciascuna, che fu messo in vendita a partire dal 1455.
La diffusione della stampa a caratteri mobili
In Italia la stampa a caratteri mobili fu introdotta dai chierici Conrad Sweynheym e Arnold Pannartz, provenienti dall’officina di Gutenberg. Essi installarono una tipografia a Subiaco poco dopo il 1460 e stamparono nel 1465 il De Oratore (L’oratore) di Cicerone.
La prima opera in volgare pubblicata in Italia è il Canzoniere di Francesco Petrarca stampato a Venezia nel 1470 da un altro tipografo tedesco, Vindelino da Spira. A Venezia si ebbe il maggior numero di tipografie, fra le quali divenne presto famosa quella di Aldo Manuzio, le cui raffinate edizioni (le cosiddette “aldine“) divennero celebri e apprezzate ovunque.
Le conseguenze della stampa a caratteri mobili
Questa invenzione permise di stampare libri a minor costo e di stampare un numero molto alto di copie in tempi di lavorazione assai più brevi rispetto ai volumi copiati a mano dagli amanuensi. Venne agevolata così la diffusione della cultura dalle ristrette cerchie degli studiosi e dei ricchi a strati più ampi di popolazione a reddito medio, come artigiani e mercanti.
Cambiò inoltre il modo di lavorare. Disponendo contemporaneamente di più libri sul proprio tavolo, gli eruditi, come gli studenti delle Università, presero l’abitudine di confrontare un libro con l’altro e di paragonare le opinioni e le informazioni. Le contraddizioni tra i vari testi divennero più visibili e più evidenti le discordanze tra le varie tradizioni: l’accettazione dell’opinione comune, che in precedenza dipendeva anche dalla mancanza d’informazioni parallele, fu sostituita da un modo di pensare maggiormente critico.
“Gutenberg e la stampa a caratteri mobili” è tratto da Riassunti di storia volume 5 L’Ebook è in vendita su Apple Store e Amazon Kindle.