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Capitolo 18 Promessi Sposi riassunto

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Il capitolo 18 Promessi Sposi prosegue il racconto del capitolo precedente, che si è concluso con l’arrivo di Renzo, fuggito dallo Stato di Milano, a Bergamo presso il cugino Bortolo.

Capitolo 18 Promessi Sposi: Renzo è ricercato dalla giustizia nel suo paese

Il capitolo 18 Promessi Sposi si apre sul paese di Renzo e Lucia. Il narratore ci informa che lo stesso giorno in cui Renzo arriva dal cugino Bortolo, al podestà di Lecco viene recapitato un dispaccio del capitano di giustizia di Milano, che ordina ricerche su Lorenzo Tramaglino, scappato alla polizia. Gli si ordina di accertare se Renzo è tornato al suo paese e di perquisire la sua casa.

Il signor podestà, alla testa di un piccolo drappello di notai e di sbirri, sfonda l’uscio e perquisisce l’abitazione di Renzo, sottraendo tutto ciò che vi trova, compreso il denaro lasciato in casa.

La notizia della spedizione a casa di Renzo si sparge. Padre Cristoforo per saperne di più scrive a padre Bonaventura a Milano. In paese vengono interrogati parenti e amici di Renzo, ma nessuno dei compaesani crede alle accuse che vengono rivolte al giovane; piuttosto è opinione diffusa che sia un’altra delle persecuzioni messe in atto da don Rodrigo, che invece è all’oscuro di tutto.

Capitolo 18 Promessi Sposi: don Rodrigo decide di chiedere aiuto a un potente signore, l’Innominato

Don Rodrigo, ovviamente, venuto a sapere di ciò che sta accadendo, si compiace degli avvenimenti; suo cugino, il conte Attilio, parte per Milano per andare dal conte zio e chiedere aiuto per far allontanare padre Cristoforo dal paese.

Intanto, torna il Griso da Monza con la notizia che Lucia e Agnese si trovano nel convento della monaca Gertrude; tale notizia irrita il signorotto: infatti, il monastero di Monza è davvero inespugnabile e la protezione della «signora» è «un osso troppo duro per i denti di don Rodrigo». È quasi tentato di abbandonare l’impresa e di andare a Milano a spassarsela con gli amici, ma il pensiero che Attilio abbia informato tutti della scommessa e di conseguenza il timore di presentarsi ai suoi compagni di bagordi, a Milano, perché ne teme le canzonature, lo fa trattenere da questo proposito. Si vergogna persino dei contadini, contenti del fatto che Lucia si sia messa in salvo.

Progetta allora di chiedere aiuto a un tale, abituato a imprese rischiose (l’Innominato), ma è incerto, perché pensa ai rischi che comporta a rivolgersi a un uomo del genere. Due novità gli fanno però superare le esitazioni: la partenza di padre Cristoforo da Pescarenico e la notizia del ritorno di Agnese al paese.

Capitolo 18 Promessi Sposi: al convento Lucia e Agnese apprendono notizie frammentarie su Renzo e sono prese dall’angoscia

A questo punto, il narratore fa un passo indietro e ci spiega che la fattoressa informa Lucia e Agnese, da poco al convento, dei tumulti di Milano: uno dei capi della rivolta, che è riuscito a scappare, risulta essere Renzo. Agnese e Lucia vivono quindi giorni di angoscia, finché un giovedì un pescatore di Pescarenico, mandato da padre Cristoforo, le informa che Renzo si è messo in salvo nel Bergamasco.

Capitolo 18 Promessi Sposi: Lucia e Gertrude

Nel frattempo, continuano i colloqui in parlatorio tra Lucia e Gerturde. La monaca si è affezionata alla giovane, conquistata dalla sua rispettosa dolcezza e dall’ingenua riconoscenza. E se talvolta a Gertrude spiace vedersi esclusa dalla confidenza della giovane, non può fare a meno di esserle grata di costituire per lei un mezzo di parziale compensazione delle sue malefatte.

Capitolo 18 Promessi Sposi: Agnese torna al paese,

Agnese, non avendo più notizie di Renzo, decide di tornare al paese, per parlare direttamente con padre Cristoforo. Al convento di Pescarenico però fra Galdino le comunica che padre Cristoforo è stato mandato a Rimini per ordine del padre provinciale, né si sa quando e se tornerà; Agnese, presa dallo sconforto e quasi sul punto di piangere, torna al suo paese.

Capitolo 18 Promessi Sposi: il conte zio

A questo punto, l’autore interrompe la narrazione per spiegare le ragioni dell’allontanamento di padre Cristoforo e introduce un nuovo personaggio: il conte zio del Consiglio Segreto dello Stato di Milano (un organo importante che il governatore di Milano consulta prima di operare scelte di particolare rilievo).

Al conte zio il nipote Attilio si rivolge per ottenere il trasferimento di padre Cristoforo in un convento lontano da Pescarenico, in modo da liberare il cugino Rodrigo da quel padre, descritto da Attilio come un provocatore («è il frate che l’ha con lui, che l’ha preso a provocarlo in tutte le maniere…») e che ha un rapporto interessato e possessivo con una contadina («ha per questa creatura una carità, una carità… non dico pelosa, ma una carità molto gelosa, sospettosa, permalosa»).

Attilio fa inoltre credere allo zio che il frate si ride delle parentele del nipote; pertanto, per il buon nome della famiglia, è opportuno – suggerisce Attilio- che il conte zio intervenga presso il padre provinciale per far cambiare aria al frate.
A questo punto, scatta nel conte zio il puntiglio e l’orgoglio e così, anche se preso dai suoi pressanti affari di stato, lascia intendere che interverrà per risolvere la faccenda.

 

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