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Capitolo 21 Promessi Sposi Riassunto

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto dettagliato, analisi e commento degli avvenimenti, luoghi e personaggi del celebre romanzo di Alessandro Manzoni.

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: la vecchia serva dell’Innominato va incontro a Lucia e si sforza di farle coraggio, così come le era stato comandato

La vecchia serva dell’Innominato corre prontamente alla Malanotte incontro a Lucia e si sforza di farle coraggio. Preoccupata solo, con cupidigia servile, di far bella figura davanti al suo padrone, sollecita Lucia: «… non abbiate paura, state allegra, ché m’ha comandato di farvi coraggio. Glielo direte, eh? Che v’ho fatto coraggio?».

Lucia, terrorizzata, la supplica di liberarla, in nome di Maria Vergine e questa invocazione suscita nella vecchia ricordi lontani e sfocati, che però non la turbano.

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: l’Innominato attende inquieto l’arrivo di Lucia. Il Nibbio giunge al castello e confessa di aver provato compassione per la giovane

Nel frattempo l’Innominato attende l’arrivo di Lucia: è inquieto così come lo è stato don Rodrigo nel capitolo 11, mentre aspettava l’arrivo della bussola che avrebbe dovuto portare Lucia. Però, mentre don Rodrigo ha spiato attraverso le «fessure delle imposte», l’Innominato attende «ritto sulla porta del castello», segno di maggior forza e dignità.

Il Nibbio, giunto al castello, si precipita dall’Innominato, per fare il suo rapporto. Egli, nonostante la dura scorza di bravaccio assuefatto al delitto, è restato colpito dalle preghiere di Lucia e ammette che avrebbe preferito ucciderla (un caso di omicidio come tanti altri, del resto), piuttosto che «sentirla parlare» e «vederla in viso».

Il Nibbio ha provato compassione e non può fare a meno di confidarlo al suo signore, che ne rimane sbalordito: «compassione! Che sai tu di compassione? Cos’é la compassione?», gli chiede infatti l’Innominato, mentre nel suo animo la curiosità nei confronti della fanciulla aumenta a dismisura, sino a diventare un impulso irrefrenabile che lo spinge a vederla, parlarle, conoscerla, arrestando il suo impulso di mandarla direttamente da don Rodrigo.

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: confronto tra il Griso e il Nibbio

C’è una specie di corrispondenza tra don Rodrigo e l’Innominato: entrambi sono coadiuvati da luogotenenti, il Griso e il Nibbio, che riproducono, su di un altro tono, la medesima spiritualità dei padroni e l’abissale differenza, che separa la modesta levatura del tirannello ottuso e la grandezza tragica dell’Innominato.

Il Griso è un mediocre campagnolo, pronto all’azione ma scarso di cervello; il Nibbio possiede, tutto sommato, un cuore e sa andare oltre la brutalità per leggere in se stesso. Egli conserva un barlume di pietà, un rimasuglio di umanità che Lucia sa risvegliare. La piccola e passeggera crisi di coscienza che per un attimo lo sfiora, prepara la più significativa conversione del suo padrone.

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: Lucia è chiusa in una stanza del castello con la vecchia serva. Continua la descrizione della vecchia serva.

Lucia è chiusa in una delle camere del castello, sorvegliata dalla vecchia. La scena che si svolge fra Lucia e la vecchia mette in evidenza non solo l’ottusità sentimentale della seconda, ma dà rilievo a tutto un insieme di vizi.

Nel capitolo precedente, il ritratto insisteva, nella prima parte, sui sentimenti di sottomissione e di orgoglio di fronte alla potenza del padrone e nella seconda parte toccava «due delle sue passioni predominanti, la pigrizia e la stizza». Queste due passioni sono operanti anche nella scena che si svolge al castello insieme a Lucia: qui la pigrizia è mescolata alla stizza («… e poi anderete a letto, e… mi lascerete un cantuccino anche a me, spero, soggiunse, con una voce, suo malgrado, stizzosa»; «… e poi guardava il suo covo, rodendosi d’esserne forse esclusa per tutta la notte…») e la stizza, che, nel capitolo 20 è provocata dagli insulti dei bravi, nel capitolo 21 s’intreccia anche all’invidia («io son vecchia, son vecchia… maledette le giovani che fanno bel vedere a piangere e a ridere, e hanno sempre ragione»). Trionfa, infine, l’ultimo tra i suoi vizi capitali: la gola («state allegra, che or ora verrà da mangiare; e io che capisco… nella maniera che v’ha parlato, ci sarà della roba buona»; «ma si rallegrava col pensiero della cena…»; «adoprava le parole più efficaci, secondo lei, a mettere appetito»; «così detto, si mise a mangiare avidamente…»).

Questo groviglio di vizi non ha però nulla di infernale; la vecchia non desta orrore, come avviene al contrario per il vecchio malvissuto dell’episodio del vicario di provvisione.

Questa figura richiama, con il suo squallore morale, quell’ambiente già tratteggiato nel capitolo precedente, in cui si distingue e si innalza il solitario signore che, con la sua voce dura e imperiosa, le si rivolge: «chi t’ha detto che tu la buttassi là come un sacco di cenci, sciagurata?».

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: il colloquio tra l’Innominato e Lucia

Invece, il tono con cui l’Innominato si rivolge a Lucia si fa via via meno aspro e meno aggressivo, perché disarmato dalla sincerità della fanciulla che «ginocchioni», «giungendo le mani», si dichiara pronta a morire («son qui: m’ammazzi»), pronuncia più volte il nome di Dio, che «perdona tante cose, per un’opera di misericordia».

Ritornano, dunque, le parole pronunciate da lei davanti al Nibbio. Ma, mentre il Nibbio aveva nascosto il turbamento mantenendo il suo «visaccio», l’Innominato lascia trapelare un’«esitazione» ed un’insolita «dolcezza» che vengono subito colte da Lucia: «vedo che lei ha buon cuore, e che sente pietà di questa povera creatura».

Lucia non recita scene melodrammatiche: le frasi escono spontanee dal cuore, dettate dalla fede. Dice le parole giuste, proprio quelle che l’Innominato ha bisogno di sentire, parole di speranza, che invitano alla fiducia in quel Dio sempre più incalzante, sempre più vicino.
Lucia è uno strumento nelle mani di Dio, che usa le sue invocazioni disperate per penetrare nel profondo dell’animo del tiranno e illuminarlo.

Solo alla luce di questa funzione si può accettare che una modesta contadina riesca a esprimersi in termini così alti, incisivi e belli: infatti, a parlare non è Lucia, ma una Forza superiore che si avvale di lei per portare a compimento un meraviglioso disegno di redenzione.

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: la tormentosa notte di Lucia e il voto alla Madonna di rinunciare al matrimonio

Quando l’Innominato se ne va, senza più patire né freddo né fame né il disagio di stare raggomitolata per terra, indifferente ai buoni vini che una serva, Marta (da notare: è anche il nome evangelico della donna che preparò il cibo a Cristo), nel frattempo le ha portato e che la vecchia le sta magnificando, Lucia cade in un dormiveglia agitato.

Dopo un breve assopimento, Lucia ritorna in sé. Riconoscendo, all’incerto lume della lucerna, la prigione è dominata da un’angoscia così grave da desiderare la morte. Si affida, allora, alla forza della preghiera e fa voto alla Vergine di rinunciare al matrimonio; si mette al collo la corona del rosario in segno di consacrazione e, raggiunta la tranquillità, si addormenta.

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: la travagliata notte dell’Innominato

Intanto l’Innominato nella sua stanza non riesce a prendere sonno. Egli si ritrova improvvisamente ad esaminare tutta la sua vita e l’orrore di sé e del proprio passato lo porta a cercare la morte. Ma al culmine dell’angoscia, le parole di Lucia («Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia») gli ritornano alla mente e gli prospettano una nuova possibilità: forse la salvezza, dovuta alla misericordia di Dio. Lucia gli appare allora nell’atteggiamento di una santa dispensatrice di grazie («la vedeva, non come la sua prigioniera, non come una supplichevole, ma in atto di chi dispensa grazie e consolazioni») e decide di liberarla a giorno fatto.

Ma l’Innominato incontra ancora altre resistenze: nemmeno viaggiare o cambiare castello, città, ducato, potrebbero sollevarlo dalla disperazione perché «lui, lui sarebbe sempre con sé».

Capitolo 21 Promessi Sposi riassunto: all’alba l’Innominato sente le campane suonare a festa e vede gente allegra avviarsi in paese. Manda un bravo a informarsi sul motivo di tutto quel movimento

In questo tempo di dolorosa attesa, l’Innominato è sorpreso dall’alba e avverte uno scampanio, che si fa sempre più forte ed emozionante e l’Innominato intuisce, in quel suono, quasi la promessa di una resurrezione.

Alla vista della gente in festa che si mette in viaggio, è preso da un moto di stizzosa invidia. Ordina, allora, ad un bravo d’informarsi subito sul motivo di tutto quel movimento e intanto osserva attentamente dalla finestra lo spettacolo di tanta allegria.

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