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Notte stellata Van Gogh: analisi del dipinto

La Notte stellata Van Gogh è uno dei dipinti più famosi del pittore olandese Vincent van Gogh (1853-1890).

Van Gogh Notte stellata la storia

La Notte stellata è dipinto durante la permanenza di van Gogh nell’ospedale psichiatrico di Saint-Rémy-de-Provence. È datato giugno 1889, un mese dopo l’ingresso, tredici mesi prima del suicidio.
Il pittore scrive al fratello Theo: «La mia triste malattia mi fa lavorare
con furore sordo, molto lentamente, ma dal mattino alla sera senza interruzione… credo che questo contribuirà  a guarirmi».

Soggetto di Notte stellata è il paesaggio di Saint-Rémy, filtrato però dai ricordi dei borghi olandesi della sua infanzia.

Notte stellata Van Gogh significato

La composizione del dipinto è semplice. Il cielo stellato notturno occupa circa due terzi dello spazio, un terzo mediamente è dato al paesaggio.

La terra e il cielo sono collegati dal ciuffo di cipressi che sale dal basso a sinistra. Nel mezzo del cielo è raffigurato un vortice, che per l’evidenza e le dimensioni è il protagonista di Notte stellata.

Il paesaggio sottostante, un gruppo di povere case, delineate con segni morbidi e poco pronunciati, raccolte intorno alla chiesa è come schiacciato.

Il campanile affilato si staglia contro i rilievi e raggiunge la zona del cielo, come una seconda linea di congiunzione fra il mondo umano e quello superiore. Il fascio di linee e colori che formano il vortice viene dall’estrema sinistra del quadro e va verso destra, nel senso della scrittura.

Tutto lo spazio del cielo è tessuto da linee di colore più o meno curve, sempre incalzanti. Sono pennellate che mutano continuamente direzione, attirando lo sguardo in gorghi di buio e di luce, in una dimensione che è angoscia e costrizione.

Il vortice centrale è la figura di maggior sviluppo di Notte stellata. La forma del vortice ricorda molto la struttura del cerchio taoista, che è composto dalle due gocce opposte e complementari, del principio maschile attivo e caldo (yang) e del principio femminile passivo e freddo (yin), le cui interazioni generano i mutamenti. È probabile che van Gogh abbia conosciuto questi concetti nel 1886 a Parigi, raccogliendo stampe giapponesi.

La figura della luna è in alto a destra. È disegnata come falce concava verso l’esterno e l’alto. È color giallo, come fosse un sole, e circondata da un globo luminoso che dal giallo chiaro si tinge verso destra di verde-celeste. L’insieme compone una figura complessa in cui luna e sole appaiono confusi.

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