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Battaglia di Benevento: i Guelfi sconfiggono i Ghibellini

La battaglia di Benevento del 26 febbraio 1266 fu combattuta nei pressi di Benevento (in Campania) fra le truppe guelfe (sostenitrici del papa) guidate dal francese Carlo d’Angiò e le truppe ghibelline (sostenitrici dell’imperatore) guidate da Manfredi, re di Sicilia e figlio dell’imperatore Federico II di Svevia.

Carlo d’Angiò sconfisse i Ghibellini e lo stesso Manfredi di Svevia morì nella battaglia di Benevento. I suoi resti furono sepolti sul campo di battaglia; circa sette mesi dopo, il pontefice Clemente IV fece riesumare i suoi resti e gettati all’esterno dei confini del Regno di Napoli, in terra sconsacrata, in un luogo sconosciuto.

Dante Alighieri ricorda Manfredi di Svevia nel canto terzo del Purgatorio della Divina Commedia.

Quali sono le cause della battaglia di Benevento del 1266?

Manfredi, figlio naturale dell’imperatore Federico II di Svevia, alla morte del padre, avvenuta nel 1250, divenne reggente del Regno di Sicilia, al posto del legittimo successore Corrado IV di Svevia, suo fratellastro, che si trovava in Germania.

Morto Corrado, la corona sarebbe dovuta andare al figlio Corradino, ma Manfredi fece diffondere la notizia della morte di quest’ultimo e nel 1258, a Palermo, si proclamò re del Regno di Sicilia.

La Chiesa lo considerava a tutti gli effetti un usurpatore, perciò lo scomunicò. Inoltre Manfredi tentò di riunire sotto il suo comando tutte le forze ghibelline italiane fedeli all’imperatore. Papa Urbano IV, francese di nascita, decise allora di offrire il Regno di Sicilia a Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia Luigi IX il Santo. Carlo d’Angiò scese in Italia nel 1265, con il successore di Urbano, papa Clemente IV. Nel 1266 radunò un esercito e sconfisse Manfredi a Benevento. Due anni dopo, la stessa sorte toccò al giovane Corradino di Svevia, l’ultimo erede legittimo della dinastia sveva. Corradino, venne infatti sconfitto nella battaglia di Tagliacozzo (1268), catturato e condannato a morte da Carlo d’Angiò.

L’evento segnò il definitivo tramonto della dinastia sveva. Il francese Carlo d’Angiò, infatti, divenne il nuovo re del regno di Sicilia. La popolazione siciliana però, oppressa dalle tasse, scatenò nel 1282 la rivolta dei Vespri siciliani e agli Angioini francesi subentrarono gli Aragonesi di Spagna.

 

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