L’efebo nell’antica Grecia era il giovane di età compresa tra i 18 e i 20 anni iscritto nell'”elenco degli efebi” e soggetto all’addestramento militare. L’efebia era un’istituzione nota soprattutto ad Atene, ma ne è attestata l’esistenza anche in altre città greche.
Ad Atene diventavano efebi (letteralmente «coloro che sono entrati nella pubertà») i giovani di sesso maschile, che avevano compiuto diciotto anni, figli di genitori ateniesi e di condizione libera, e restavano in questa condizione fino ai venti anni. Durante il biennio di efebia, essi erano posti sotto il controllo delle autorità pubbliche e si dedicavano soprattutto all’addestramento militare, preparandosi ai compiti militari dell’oplita.
Prima di essere iscritti nell'”elenco degli efebi“, i giovani dovevano superare un’inchiesta che verificava la loro effettiva età e la loro condizione di liberi. Le contestazioni erano valutate dal tribunale e i giovani colpevoli di una falsa dichiarazione venivano immediatamente venduti come schiavi.
L’idoneità fisica era valutata con grande cura. Gli idonei ricevevano le armi e pronunciavano un giuramento: Sarò degno di queste armi sacre. Non abbandonerò il mio compagno in battaglia. Combatterò, da solo o con altri, per i miei dèi e per il mio focolare. Non lascerò la patria indebolita, ma più forte e più grande di come l’ho ricevuta. Ubbidirò agli ordini che la saggezza dei magistrati vorrà trasmettermi. Rispetterò le leggi in vigore e quelle che il popolo stabilirà di comune accordo. Se qualcuno vorrà abbattere queste leggi o non rispettarle, non lo tollererò e combatterò per esse, da solo o con tutti. Rispetterò il culto degli antenati. Il futuro cittadino insomma doveva dimostrare di condividere l’ideologia della polis e di potersi assumere doveri e responsabilità nei confronti della collettività, come contropartita di quei diritti di cui avrebbbe goduto.
Durante l’efebia si imparava a essere buoni soldati
Durante il primo anno, dopo aver visitato i santuari dell’Attica, ciascun efebo stazionava di guarnigione al porto del Pireo e riceveva da maestri specializzati una completa istruzione militare: uso delle armi oplitiche, tiro con l’arco, lancio del giavellotto. La città forniva all’efebo una modesta paga e il vitto. Per rafforzare i vincoli del gruppo, i pasti venivano consumati in comune.
Alla fine del primo anno di servizio, gli efebi passavano in rivista davanti al popolo riunito in teatro, e ricevevano ufficialmente lo scudo e la lancia dell’oplita. Venivano quindi distaccati nei fortini che presidiavano i luoghi strategicamente importanti; oppure formavano pattuglie armate itineranti, che garantivano l’ordine in tutto il territorio ateniese.
In caso di guerra, il loro impiego era limitato alla difesa dell’Attica.