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Enrico VII di Lussemburgo, l’imperatore ai tempi di Dante

Enrico VII di Lussemburgo (o Arrigo VII) nacque nel 1275. Fu eletto re di Germania nel 1308 e incoronato ad Aquisgrana nel gennaio dell’anno seguente, sebbene non avesse ancora ottenuto l’approvazione del papa Clemente V.

Enrico di Lussemburgo in Italia

Nel 1310 decise di scendere in Italia: intendeva far valere i suoi diritti imperiali e risolvere la contesa tra Guelfi e Ghibellini che ormai stava dilaniando la penisola.

Nel 1311 venne incoronato “re dei Romani” a Milano. Inizialmente trovò una buona accoglienza da parte dei Comuni; ben presto però si schierò con i Ghibellini, mostrando forte ostilità al maggiore sostenitore dei Guelfi italiani, Roberto d’Angiò, re di Napoli. I Comuni allora si ribellarono. Nel maggio 1312 Enrico settimo di Lussemburgo occupò militarmente Roma, difesa proprio da Roberto d’Angiò. Alla fine di giugno papa Clemente V lo incoronò imperatore del Sacro Romano Impero in San Giovanni in Laterano, una delle quattro basiliche di Roma (Basilica di San Pietro, di San Paolo, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore).

Nel 1313 tentò di assediare Firenze, ma fu costretto a rifugiarsi nella ghibellina Pisa. Partito alla conquista di Roma e poi del regno di Napoli, morì improvvisamente a Buonconvento, vicino Siena, il 24 agosto di quello stesso anno. Da quel momento i suoi successori si preoccuparono di consolidare il loro potere solo nel mondo tedesco.

Arrigo VII e Dante

Dante fu un convinto sostenitore di Enrico VII di Lussemburgo e della sua politica di restaurazione dell’autorità imperiale: a lui indirizzò una delle sue epistole (Epistola VII); inoltre nel De Monarchia espose il suo ideale di una monarchia universale fondata sulla giustizia e riflesso dell’ordinamento divino, ma indipendente dal papato.

Nella Divina Commedia la figura di Enrico 7 è evocata nel canto XXXIII (canto 33) del Purgatorio, dove è indicato come colui che riporterà l’ordine e arresterà la decadenza della Chiesa corrotta e l’ingerenza del re di Francia Filippo il Bello.

Nel canto XXX (canto 30) del Paradiso Dante destina ad Arrigo VII di Lussemburgo un seggio trionfale fra i beati dell’Empireo: l’imperatore è celebrato come «l’alto Arrigo, ch’a drizzare Italia / verrà in prima ch’ella sia disposta» (vv. 137-8), cioè l’imperatore Enrico settimo di Lussemburgo verrà a raddrizzare l’Italia quando questa non sarà ancora pronta a riceverlo.

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