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Età vittoriana in Gran Bretagna, 1837-1901

Età vittoriana o epoca vittoriana comprende gli anni che vanno dal 1837 al 1901. Coincidono con il lungo regno della regina Vittoria, durato 63 anni.

Figlia del principe Edoardo, duca di Kent e Strathearn, eredita il trono dopo la morte senza discendenza dello zio re Guglielmo IV.

La Gran Bretagna in età vittoriana

Alla metà dell’Ottocento la Gran Bretagna è la più progredita fra le grandi potenze europee. Il radicarsi della rivoluzione industriale ne fa il paese più avanzato del mondo dal punto di vista economico. Produce i due terzi del carbone e la metà del ferro di tutto il mondo. Ha la rete ferroviaria più sviluppata in relazione al territorio e una flotta mercantile pari alla metà di quella di tutti gli altri paesi europei messi insieme. È il centro commerciale e finanziario cui fanno capo i traffici di tutti i continenti.

Alternanza al governo di liberali e conservatori

In età vittoriana, al governo della Gran Bretagna si alternano due partiti: i conservatori e i liberali. In politica estera entrambi i partiti sostengono la politica coloniale e il consolidamento dell’impero.

Grazie a tale politica l’impero coloniale britannico diventa immenso. A fine secolo, infatti, comprende Canada, India (con Pakistan e Bengala), Australia, Nuova Zelanda e buona parte dell’Africa.

I Dominion dell’Impero britannico

Rispetto alle altre potenze coloniali, l’Impero britannico gestisce le proprie colonie in maniera “più elastica”. Concede infatti ad alcune di esse una relativa autonomia attraverso lo stato di dominion. Restano però escluse alle colonie le decisoni riguardanti l’economia, la politica estera e la difesa (per questi ambiti dovranno attenersi alle indicazioni della madrepatria).

La conquista dell’Egitto assicura il controllo del Canale di Suez

Con la conquista dell’Egitto (1882) la Gran Bretagna si assicura il controllo del Canale di Suez, uno dei punti strategici più importanti del mondo.

Le riforme in età vittoriana

Durante il suo lungo regno (1837-1901), la regina Vittoria collabora sapientemente con il Parlamento e con due grandi Primi Ministri: Benjamin Disraeli, leader dei conservatori; William Gladstone, leader dei liberali.

Essi favoriscono la modernizzazione dello Stato inglese attraverso:

  • il potenziamento dei servizi sociali e l’istruzione;
  • l’integrazione delle masse lavoratrici attraverso il riconoscimento delle associazioni dei lavoratori (Trade Unions, 1871);
  • l’estensione del diritto di voto a tutti i lavoratori di sesso maschile.

L’Irlanda dominio britannico

Particolarmente rilevante in età vittoriana è il problema dell’Irlanda.

Nel 1170 la Gran Bretagna occupa l’Irlanda e ben presto gestisce l’isola come un proprio possedimento coloniale.

A partire dal Cinquecento i nuovi padroni impongono con la forza la religione anglicana e la lingua inglese; sottraggono inoltre vasti terreni agli irlandesi per assegnarli ai coloni britannici (a maggioranza di fede protestante). Sfruttamento economico e discriminazione religiosa e sociale impoveriscono la popolazione locale. Di pari passo crescono il risentimento nei confronti dei colonizzatori.

Dal XVII al XIX secolo, gli irlandesi intraprendono una lunga lotta contro il dominio britannico per riconquistare l’indipendenza.

Il governo britannico allora cerca una soluzione al problema irlandese attraverso un progetto ideato da Gladstone, che mira a dare l’autonomia all’Irlanda. Ma nel 1886, in seguito alla vittoria elettorale dei conservatori, il progetto di riforma è abbandonato e la questione irlandese rimane aperta.

Il Compromesso Vittoriano

Sotto la guida della regina Vittoria, l’Inghilterra vive un progressivo processo di democratizzazione. È però la classe media a ricevere i benefici maggiori da questo periodo, mentre fra la classe operaia la miseria è ancora molto diffusa e le condizioni di vita precarie, nonostante il nuovo interesse per il benessere e la salute.

È quello che è chiamato il “compromesso Vittoriano“, ovvero il coesistere di realtà opposte, come progresso e prosperità da una parte; povertà, prostituzione e ingiustizia dall’altra.

Alla morte delle regina Vittoria, simbolo di tradizione, stabilità e autorità, nel 1901, le succede il primogenito Edoardo VII, bisnonno della regina Elisabetta II.

 

 

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