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Supplizio di Tantalo – dalla mitologia al modo di dire

L’espressione Il supplizio di Tantalo indica il tormento di chi desidera tantissimo qualcosa apparentemente a portata di mano ma il desiderio è destinato a rimanere perennemente inappagato.

Il supplizio di Tantalo è in realtà un modo di dire che deriva da un racconto della mitologia greca.

Chi era Tantalo?

Tantalo era il ricco re della Lidia, una regione occidentale dell’Anatolia; era figlio di Zeus e della ninfa Pluto.

Un giorno invitò gli dèi dell’Olimpo a un banchetto, ma si accorse di non avere cibo a sufficienza. Allora, per eccesso di zelo, oltre che per mettere alla prova la loro onniscienza, fece a pezzi il figlio Pelope, lo cucinò e lo servì a tavola.

Gli dèi si accorsero immediatamente che si trattava di carne umana, all’infuori di Demetra che, assorta nel dolore per la morte della figlia Persefone, spolpò la spalla sinistra di Pelope.

Gli dèi per riparare all’orribile crimine, riportarono in vita Pelope e gli ricostruirono la spalla con l’avorio.

Il supplizio di Tantalo

Tantalo, invece, per la sua empietà, fu fulminato da Zeus, che lo fece precipitare nell’Ade, il regno dei morti, e lo condannò a un supplizio eterno.

Tantalo fu appeso a un albero carico di frutti, i cui rami si allungavano su un lago di acqua dolce. Ogni volta che protendeva la mano verso i frutti della pianta, questi venivano spostati dal vento; quando avvicinava le labbra all’acqua, il lago si prosciugava. Era così condannato alla fame e alla sete per l’eternità.

Un enorme macigno, poi, sovrastava l’albero cui Tantalo era legato, minacciando di schiacciarlo da un momento all’altro.

Cosa ne fu di Pelope? Leggi Pelope e l’istituzione dei Giochi Olimpici

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