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L’importanza dell’istruzione nella sfida globale

L’importanza dell’istruzione nella sfida globale: esempio di tema svolto

L’istruzione obbligatoria e gratuita è ormai una conquista acquisita nel nostro paese e in tutto il mondo industrializzato, ma è ancora un obiettivo lontano per tanti popoli del pianeta.

Nei paesi poveri i bambini o non vanno affatto a scuola, oppure non riescono a terminare i primi anni di istruzione primaria. Le famiglie hanno bisogno che i propri figli lavorino e non possono mandarli a scuola.

In realtà poverissime, addirittura, non si dispone nemmeno di un minimo capitale per mettere su una struttura scolastica, con tutto quello che comporta (edificio dove svolgere le lezioni, insegnanti da pagare, mense, ecc.). In questo modo si genera un malefico circolo vizioso, per cui più la popolazione resta ignorante, più ha difficoltà a inserirsi in dinamiche lavorative, più non lavora, più rimane povera e il divario con i paesi sviluppati aumenta in maniera esponenziale.

Accade anche che molti paesi non considerano ancora l’istruzione un diritto umano fondamentale, ma un di più che può essere concesso solo quando le finanze dello Stato lo permettono.

Non stupisce quindi che la mancanza di scolarizzazione colpisca prima di tutto i paesi più poveri dell’Africa e dell’Asia centro-meridionale. E purtroppo, nell’ambito di questa grave discriminazione, le più colpite sono le bambine: in Yemen e Niger, Ciad e Mali, Guinea e Pakistan, il numero delle piccole che non vengono mandate a scuola cresce anziché diminuire.

Più in generale, la situazione dell’istruzione nel mondo non cambierà finché non si capirà che essa è molto più del semplice apprendimento. Il livello di istruzione di un paese e il suo sviluppo economico sono infatti strettamente collegati; in altre parole, le opportunità di sviluppo economico e sociale dipendono da un aumento del livello medio di istruzione:

  • i paesi in cui vivono cittadini meno istruiti hanno anche un numero maggiore di lavoratori disoccupati;
  • più uno Stato spende per istruzione, meno spenderà in sussidi di disoccupazione;
  • più preparati sono i suoi lavoratori, più facilmente troveranno un impiego e riusciranno a mantenerlo.

L’obiettivo principale dei paesi in via di sviluppo deve essere quindi la diffusione della scuola primaria e secondaria. È soprattutto in quest’ultima che vengono formati tecnici, prefessionisti, lavoratori specializzati; e la crescente automazione della produzione e dei servizi richiede proprio personale specializzato in grado di utilizzare e gestire apparecchiature molto sofisticate. Perciò i governi e le imprese devono attribuire un’importanza particolare all’istruzione tecnico-scientifica e investire grandi capitali per avere tecnici specializzati.

Paesi come la Germania e il Giappone hanno saputo adeguare i loro sistemi scolastici a questa nuova esigenza, istituendo nelle varie regioni scuole professionali specializzate nel tipo di attività prevalenti nella regione medesima. Altri paesi che hanno seguito questo esempio sono, in Europa, Svezia, Danimarca, Regno Unito, Francia e Spagna; in Asia, Corea del Sud, Cina, Singapore e Taiwan.

L’istruzione si rovolge anche agli adulti che già lavorano, o che sono alla ricerca di un lavoro: essi devono «formarsi» per migliorare le loro abilità professionali e riqualificare le loro conoscenze tecniche.

Anche nel campo della formazione i governi devono quindi investire capitali: ciò che si richiede oggi sul mercato del lavoro è la capacità dei lavoratori di apprendere rapidamente le nuove tecniche e di sapere applicarle con intelligenza.

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