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Paradiso Canto 11. Riassunto e commento

Paradiso Canto 11 della Divina Commedia di Dante Alighieri. Riassunto e commento.

Argomento del Canto 11 del Paradiso:

  • Le cure umane e le gioie celesti (vv. 1-12)
  • Dubbi di Dante (vv. 13-27)
  • Elogio di san Francesco (vv. 28-117)
  • Decadenza dell’ordine domenicano (vv. 118-139)

Paradiso Canto 11: Le cure umane e le gioie celesti (vv. 1-12)

Il Canto 11 del Paradiso si apre con un’invettiva di Dante contro gli uomini che spendono i loro giorni occupati da interessi terreni e perdono di vista la vera felicità, che risiede nell’allontanamento delle passioni e nella conquista della grazia eterna. Destinatari dell’invettiva sono gli affaccendati e gli oziosi, i politici turbolenti e ambiziosi e gli scienziati avidi di fama e di lucro, i religiosi in cerca di onori e di guadagni, e coloro che vanno dietro ai piaceri della carne.

Paradiso Canto 11: Dubbi di Dante (vv. 13-27)

San Tommaso d’Aquino si era già rivolto a Dante nel canto precedente (Canto X). Aveva spiegato al poeta che, nell’ordine dei frati domenicani, la santità si raggiunge purché non ci si allontani dalla regola originaria e aveva presentato Salomone, re d’Israele, come l’uomo più saggio mai nato.

Ora Tommaso d’Aquino riprende a parlare, precisando di aver capito quali sono i dubbi di Dante, l’uno sulla condotta dei frati domenicani (cui lui stesso appartiene), l’altro su re Salomone. Qui risolverà solo il primo, mentre il secondo verrà preso in considerazione nel Canto XIII.

Paradiso Canto 11: Elogio di san Francesco (vv. 28-117)

Affinché la Chiesa si mantenesse ferma nella via assegnatale dal suo fondatore, la Divina Provvidenza volle mandare sulla Terra due «principi» con il compito di guidarla e sostenerla: san Francesco e san Domenico. Tommaso d’Aquino, che fu domenicano, parlerà di Francesco, poiché lui e Domenico furono del tutto pari.

San Domenico verrà celebrato nel Canto XII da un grande francescano, Bonaventura da Bagnoregio. In questo modo Dante allude alla necessità di una conciliazione tra i due ordini, che spesso furono in contrasto.

Segue la celebrazione di Francesco attraverso l’allegoria delle nozze con la Povertà.

Il primo sposo della Povertà fu Cristo; dalla sua morte nell’anno 33 (secondo la tradizione) alla nascita di Francesco, nel 1182, passarono più di mille e cento anni. Nessuno, nel frattempo, volle unirsi con lei, sebbene essa si fosse mostrata fedele a Gesù persino nella crocifissione, e avesse trovato momentanea ospitalità presso alcuni uomini antichi.

Poi, si procede con la vicenda del santo fino alla morte.

Paradiso Canto 11: Decadenza dell’ordine domenicano (vv. 118-139)

Infine, Tommaso d’Aquino richiama la parte iniziale del suo discorso, cioè il parallelismo tra Francesco e Domenico, aggiunge la polemica sulla degenerazione dell’ordine dei domenicani (la maggior parte dei membri si sono allontanati dall’insegnamento originario del santo, perdendosi dietro i vani beni terreni), conclude chiarendo di aver risposto solo al primo dubbio di Dante. Il secondo dubbio sarà chiarito nel Canto XIII.

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