Sposalizio della Vergine è una delle opere più celebri di Raffaello Sanzio. È una pala d’altare che Raffaello realizzò quando aveva poco più di vent’anni. Committente dell’opera è la famiglia Albizzini per la cappella di san Giuseppe nella Chiesa di San Francesco a Città di Castello (Perugia).
Raffaello ne Lo sposalizio della Vergine rappresenta il matrimonio tra Maria e Giuseppe narrato nei Vangeli apocrifi: “L’angelo del Signore dice al principe dei sacerdoti di convocare i pretendenti, ciascuno con un bastone, perché il Signore designi a chi sarà affidata Maria”. Dio infatti avrebbe fatto fiorire il bastone del prescelto. Fiorì il bastone di Giuseppe, che diventò così lo sposo di Maria.
Sposalizio della Vergine – Raffaello e Perugino a confronto
Lo sposalizio della Vergine di Raffaello (sotto, a sinistra) si ispira sia come tema che come impostazione a un’opera realizzata dal Peurgino (sotto, a destra), suo maestro, in quegli stessi anni (il dipinto, Pietro Perugino, Sposalizio della Vergine, 1500-1504, olio su tavola, 236×186 cm, si trova attualmente a Caen, Musée des Beaux Arts).
In entrambe le opere, il tempio simboleggia la Chiesa, ma mentre quello del Perugino fa solo da sfondo, il tempio di Raffaello svolge un ruolo essenziale nella composizione: la curva della cupola riprende quella della cornice; le teste delle figure in primo piano ripetono e allargano la curva della scalinata e i loro piedi formano un arco opposto; anche le posizioni dei corpi seguono schemi curvilinei.
Infine, è da notare i personaggi della Vergine e di Giuseppe che, nei due quadri, sono in posizione invertita.
L’omaggio di Raffaello all’amico Bramante
La chiesa a pianta centrale, sullo sfondo nel dipinto dello Sposalizio della Vergine di Raffaello, si ispira invece al Bramante, che da un paio di anni stava realizzando a Roma il Tempietto di San Pietro in Montorio.
Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello – analisi
Nell’opera di Raffaello, i protagonisti occupano la parte inferiore del dipinto, mentre nella metà superiore si vede un grande tempio a pianta centrale che fa da sfondo. La figura centrale, tra Maria e Giuseppe, è quella del sacerdote.
I personaggi non sono disposti su una fila, ma formano due curve, una concava, verso l’osservatore, e l’altra convessa. Essi appaiono divisi in tre gruppi, grazie anche alle linee del pavimento che coincidono con quelle della costruzione prospettica.
A sinistra ci sono delle ancelle, abbigliate con vesti cinquecentesche; al centro Maria e Giuseppe con il sacerdote; a destra gli altri pretendenti che speravano di sposare Maria. Sono tutti abbigliati secondo la foggia del Cinquecento e tutti recano in mano un ramoscello, di cui l’unico fiorito è quello di Giuseppe. Il giovane a destra sta piegando con il ginocchio il suo ramoscello, simbolo della sua promessa di matrimonio ormai spezzata. Giuseppe è a piedi nudi, in segno di umiltà.
Nella piazza vi sono qua e là figure di passanti che diventano più piccole verso il fondo a dare l’idea della profondità dello spazio.
Ai lati del dipinto si apre il paesaggio.
Tra i vari dettagli, domina l’anello (semplice e non un gioiello prezioso) che Giuseppe infila all’anulare della mano destra di Maria.
La prospettiva guida lo sguardo dai personaggi allo sfondo, dominato dal maestoso tempio a pianta centrale con sedici lati.
Anche se tutti i protagonisti sono concentrati nella metà inferiore del dipinto, le diagonali bianche del pavimento uniscono idealmente le figure al tempio sullo sfondo.
Con le sue forme classicheggianti, l’architettura del tempio collega simbolicamente passato e presente.