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8 settembre 1943: entra in vigore l’armistizio

L’8 settembre 1943 il Presidente del Consiglio in carica maresciallo Pietro Badoglio annuncia la firma dell’armistizio con gli angloamericani, apposta segretamente il 3 settembre a Cassibile, in Sicilia.

Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 il Regno d’Italia cessa le ostilità contro le forze inglesi e statunitensi, nell’ambito della Seconda guerra mondiale.

Cosa è successo dopo l’8 settembre 1943? – Le conseguenze dell’armistizio

Il giorno seguente l’annuncio dell’armistizio, il 9 settembre, il re Vittorio Emanuele III, suo figlio Umberto e il maresciallo Badoglio, abbandonano Roma per rifugiarsi prima a Brindisi e poi a Salerno, sotto la tutela anglo-americana.

Il Centro-nord, invece, è in mano tedesca. Hitler libera Mussolini il 12 settembre imprigionato sul Gran Sasso (Operazione Quercia) e poi lo mette a capo della Repubblica Sociale Italiana (23 settembre).

Per l’Italia comincia il periodo più tremendo della seconda guerra mondiale. Non c’è infatti più un governo riconosciuto da tutti; l’esercito è allo sbando; i tedeschi hanno occupato il centro-nord e trattano con ferocia gli italiani, considerati traditori.

L’inizio della Resistenza

È in questo periodo che inizia la Resistenza. Persone di varia estrazione sociale e diverse opinioni politiche costituiscono i primi gruppi armati partigiani, che si oppongono ai tedeschi e cercano di facilitare la liberazione dell’Italia agendo talvolta in collegamento con le forze alleate, talvolta in condizione di isolamento.

Alle azioni partigiane (come, ad esempio, azioni di sabotaggio ed esecuzioni di gerarchi fascisti) i tedeschi rispondono con fucilazioni di massa:

 

 

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