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Il Regno d’Italia 1861-1946 riassunto

Il Regno d’Italia nasce ufficialmente il 17 marzo 1861, con capitale Torino (1861-1865), durante il Risorgimento. Vittorio Emanuele II è proclamato primo re d’Italia (1861-1878). Lo Statuto albertino del 1848 è mantenuto come Costituzione del nuovo regno. L’Italia diventa quindi una monarchia costituzionale.

L’unità d’Italia non è però ancora completa. Mancano infatti ancora quattro regioni e una città: Veneto, Friuli, Trentino, Lazio e Roma.

Il Veneto è liberato da Vittorio Emanuele II con la Terza guerrra d’indipendenza (1866). Roma e Lazio sono invece annesse al Regno d’Italia nel 1870 dopo la presa di Roma. L’anno successivo, 1871, la capitale del Regno è trasferita da Firenze (1865-1871) a Roma.

Il completamento del territorio nazionale avviene, tuttavia, solo al termine della Prima guerra mondiale, con l’annessione di Trento, Trieste, l’Istria e parte della Dalmazia.

Subito dopo la proclamazione del regno, l’Italia deve affrontare tutta una serie di problemi: l’insufficienza delle vie di comunicazione (ferrovie, strade e porti); la povertà al sud (la cosiddetta questione meridionale); l’analfabetismo, ancora molto diffuso; la mancanza di denaro, dovuta ai costi sostenuti per le guerre d’indipendenza; il diritto di voto, che riguarda solo il 2% della popolazione.

I Governi della Destra e della Sinistra

Nel Parlamento ci sono due gruppi politici: la Destra e la Sinistra. Sia la Destra che la Sinistra sono chiamate “Storiche” per distinguerle dai partiti di oggi.

La Destra storica governò dal 1861 al 1876. Impose pesanti tasse; portò un lento sviluppo.

La Sinistra storica governò dal 1876 al 1896. Introdusse la scuola elementare obbligatoria e gratuita; introdusse il protezionismo, cioè la tassa sulle merci estere per favorire la vendita di prodotti italiani. Per un approfondimento leggi Regno d’Italia governata da Destra e Sinistra storica.

Lo sviluppo industriale in Italia

Con la nascita delle fabbriche a Nord, anche l’Italia diventò un Paese industriale. Quindi: la classe operaia divenne protagonista; si affrontò la “questione sociale”, per cercare di migliorare le condizioni lavorative.

Inoltre, in questo periodo: ci furono proteste per le tasse; aumentò il prezzo del pane; durante una rivolta popolare venne ucciso il re Umberto 1° a Monza (29 luglio 1900). Il nuovo re Vittorio Emanuele III decise di affidare il governo a Giovanni Giolitti.

Lo sviluppo dell’Italia con Giolitti

Dall’inizio del Novecento il Regno d’Italia fu guidato da Giovanni Giolitti. Egli: governò con l’appoggio dei liberali e dei cattolici; contribuì allo sviluppo economico dell’Italia; ridusse le tensioni sociali.

L’Italia riuscì a diventare un Paese moderno soprattutto al Nord, dove nacquero grandi industrie (FIAT).

Riguardo la politica estera, l’Italia approfittò di questo periodo positivo e di forza per dichiarare guerra all’impero ottomano, che aveva territori in Africa. Partecipò così alla conquista dell’Africa. Subì inizialmente alcune sconfitte, ma poi riuscì a ottenere alcuni territori (Libia, Etiopia e Somalia). Riuscì a crearsi, come gli altri Stati, un impero coloniale.

Dopo dieci anni di governo, Giolitti fu sostituito da Antonio Salandra. Per un approfondimento leggi Giovanni Giolitti e l’età giolittiana riassunto.

La prima guerra mondiale

Nel 1914 scoppiò la Prima guerra mondiale. L’Italia si mantenne inizialmente neutrale. Nel 1915 entrò in guerra contro l’Austria, per liberare Trento e Trieste. Al termine della guerra, l’Italia riuscì a ottenere l’unificazione completa, con l’annessione di Trento e Trieste. Per un approfondimento leggi Prima guerra mondiale riassunto.

Il dopoguerra in Italia

Nonostante la conclusione positiva, il Regno d’Italia dovette affrontare numerosi problemi: una grave crisi economica; la disoccupazione; l’aumento dei prezzi delle merci; le proteste e gli scioperi del popolo; la diffusione del comunismo; la rivalità tra i partiti (alle lotte tra i vecchi, come il liberale e il socialista, si aggiunsero i nuovi partiti, come il popolare e il comunista).

Per risolvere tutti questi problemi, l’Italia aveva bisogno di una guida forte, che ripristinasse l’ordine. Benito Mussolini, capo del partito fascista, riuscì a emergere e a prendere il potere. La dittatura fascista durò 20 anni dal 1922 al 1943. Per un approfondimento leggi Il fascismo in Italia.

La Seconda guerra mondiale

Il 1° settembre 1939 iniziò la Seconda guerra mondiale con l’invasione della Polonia da parte delle truppe tedesche di Hitler. Francia e Inghilterra dichiararono subito guerra alla Germania. L’Italia, che in quello stesso anno si era alleata alla Germania con il Patto d’Acciaio, si mantenne neutrale. L’Italia entrò in guerra l’anno successivo. Per un approfondimento leggi L’Italia nella seconda guerra mondiale.

Nel 1943 l’andamento negativo della guerra determinò il crollo del regime fascista e l’8 settembre 1943 l’Italia, governata da Pietro Badoglio, firmò l’armistizio con gli inglesi e gli americani.

L’Italia si spaccò allora in due: un governo monarchico al Sud, sostenuto dagli alleati (americani e inglesi), e un governo nazifascista, la Repubbblica sociale italiana, ricostituito da Mussolini al Centro-Nord. Iniziò così la Resistenza contro i nazifascisti che portò alla liberazione del Paese e alla conclusione della guerra nel 1945.

La nascita della Repubblica

Terminata la Seconda guerra mondiale, ci fu un referendum popolare per decidere la nuova forma di governo.

Il 2 giungo 1946 le elezioni stabilirono la nascita della repubblica e la fine della monarchia in Italia. Nel 1948 entrò in vigore la Costituzione italiana.

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