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Città sumere: com’erano fatte e organizzate

Le città sumere sono state le prime grandi città della storia. Erano città-stato, cioè città indipendenti, ciascuna con un proprio esercito, proprie leggi, la propria divinità protettrice, il proprio tempio, le proprie tradizioni. Le città sumere più importanti furono Ur, Uruk, Lagash, Eridu, Umma, Nippur.

Com’erano fatte le città sumere?

Le città sumere sorgevano sulle rive dei fiumi Tigri ed Eufrate; erano protette da alte mura in mattoni di argilla (un’invenzione dei Sumeri), con torri e porte d’ingresso sorvegliate da guardie armate.

Anche gli edifici delle città erano costruiti in mattoni. Le persone comuni vivevano in piccole case a uno o due piani, con il tetto piatto. Erano addossate le une alle altre e collegate da strade strette; per proteggersi dal sole avevano poche finestre quasi tutte affacciate su orti e cortili interni.

Il re, con i suoi funzionari e la servitù, abitava nel grande palazzo reale. Ma l’edificio più importante e sacro era la ziggurat, un’alta torre a gradoni e terrazze sovrapposte che sorgeva al centro della città. La ziggurat era il centro religioso ed economico della vita cittadina: al piano terra si trovavano i magazzini, dove erano conservate le riserve di cibo; sulla sua cima invece sorgeva il tempio dedicato al dio protettore della città e dalla sua sommità i sacerdoti studiavano le stelle e i pianeti.

Com’erano organizzate le città-stato sumere?

Ogni città-stato era governata da un re-sacerdote chiamato Lugàl («Grande uomo»). Egli con l’aiuto del consiglio degli anziani governava la città e i villaggi costruiti nelle campagne circostanti, dove vivevano i contadini e i pastori. Il re era considerato il rappresentante degli dèi protettori della città. Era il re che stabiliva le leggi, amministrava la giustizia, decideva quali lavori eseguire per canalizzare il fiume, comandava l’esercito. Era anche il capo dei sacerdoti.

I sacerdoti aiutavano il re, celebravano i riti religiosi, interpretavano il volere degli dèi, riscuotevano i tributi, si occupavano delle scorte di cibo e dei magazzini.

I nobili e i fuzionari amministravano i terreni e le ricchezze per conto del re. Gli scribi, (le sole persone che conoscevano la scrittura) registravano gli scambi di merci; i soldati difendevano il re e la città. Mercanti, artigiani, contadini e pastori formavano il popolo; infine gli schiavi, prigionieri di guerra o persone che non avevano potuto pagare i loro debiti, privi di tutti i diritti, svolgevano i lavori più umili e faticosi.

Con il tempo, tra le città-stato sumere nacquero forti contrasti, e persino guerre, perché ognuna voleva imporsi sulle altre. Così, le città sumere si indebolirono sempre più e, poco alla volta, furono conquistate dai popoli vicini.

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