El Niño è un fenomeno atmosferico che modifica il normale andamento del clima nell’area del Pacifico equatoriale. Pur avendo una collocazione locale, produce effetti anomali a livello planetario.
Si manifesta con cadenza pluriennale, solitamente a intervalli compresi fra i tre e i sette anni, nel periodo che va da Natale a marzo.
El Niño in lingua spagnola significa «il bimbo» in riferimento al Bambino Gesù, proprio perché si manifesta nel periodo natalizio.
Per prima cosa è utile osservare ciò che avviene in condizioni normali, cioè quando El Niño non è presente.
Cosa accade quando El Niño non è presente
In questa situazione, le correnti d’aria si spostano sul Pacifico in modo ciclico, muovendosi da Ovest verso Est ad alta quota e in senso contrario a quota più bassa.
All’inizio di questo ciclo i raggi solari scaldano le acque intorno all’Indonesia e all’Australia, causando qui il sollevamento di enormi quantità di aria umida e la conseguente formazione di un sistema di bassa pressione. L’aria innalzatasi si raffredda, finché il vapore in essa contenuto ricade sotto forma di pioggia alimentando i monsoni locali.
A qusto punto, l’aria divenuta più secca, e quindi più leggera, può muoversi ad alta quota sospinta verso Est dai venti dell’alta atmosfera che la raffreddano ulteriormente aumentandone la densità.
Per questo motivo, giunta in prossimità della costa occidentale americana, l’aria appesantita inizia a scendere e crea un sistema di alta pressione dal quale le correnti d’aria, sotto forma di alisei, ripartono a bassa quota verso l’Australia e l’Indonesia. Gli alisei, soffiando verso Ovest, spostano in quella direzione le acque superficiali del Pacifico, a cui si sostituiscono masse d’acqua provenienti dal fondo dell’oceano.
Queste acque, che sono più fredde e ricche di nutrienti, emergono al largo delle coste di Ecuador e Perù e alimentano enormi banchi di pesce.
Cosa accade all’arrivo di El Niño
All’arrivo di El Niño questo quadro è profondamente trasformato. In questo caso si generano, infatti, un campo di alta pressione sull’Australia settentrionale e uno di bassa pressione su Tahiti.
Gli alisei sono molto indeboliti e non possono far scorrere verso Ovest le acque superficiali del Pacifico. Per questo motivo, gli strati superficiali dell’oceano, riscaldati dal Sole, si espandono verso Est e impediscono la risalita di quelli più freddi e profondi, fino a creare una gigantesca fascia di acqua calda proprio al centro del Pacifico.
In queste condizioni, i processi di evaporazione, già di per sé abbondanti in prossimità dell’Equatore, si intensificano ulteriormente causando il sollevamento in atmosfera di nubi gigantesche e cariche di umidità. Queste nubi sono poi trasportate verso Est dalla corrente a getto subtropicale, anch’essa deviata rispetto alla sua normale direzione.
Durante il verificarsi di El Niño la siccità domina nell’area del Pacifico occidentale, ma anche in Madagascar e in Brasile. Contemporaneamente piogge torrenziali si scatenano sul Pacifico centrale e in Perù, ma anche in Argentina e in Africa.