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L’Allegria Ungaretti, analisi e commento

L’Allegria di Ungaretti: analisi e commento delle poesie Veglia, Fratelli, San Martino del Carso, Mattina, Soldati.

La raccolta L’Allegria, pubblicata nel 1931 e poi più volte rimaneggiata dall’autore Giuseppe Ungaretti fino all’edizione del 1942, comprende le liriche concepite durante l’esperienza della Prima guerra mondiale. Ungaretti la visse in prima persona, combattendo nelle trincee del Carso.

Le liriche sono fortemente autobiografiche, quasi come fogli di diario, tanto che ognuna reca l’indicazione del luogo e del giorno in cui è stata concepita.

Nonostante l’immediatezza dell’ispirazione, esse costituiscono il risultato di un lungo lavoro di riflessione e di revisione, tanto che il poeta stesso ha scritto che ogni parola è «scavata nella mia vita come un abisso».

Le similitudini e le metafore rappresentano con efficacia la desolazione del poeta, coinvolto in una realtà di orrore e massacro che lo induce a riflettere sulla fragilità dell’uomo, la precarietà e il dolore dell’esistenza.

Vi proponiamo: Veglia, Fratelli, San Martino del Carso, Mattina, Soldati.

Veglia da L’Allegria di Ungaretti

Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d’amore

Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita

Cima Quattro, il 23 dicembre 1915

Veglia – I versi di questa poesia descrivono una notte passata al fronte accanto al corpo di un compagno ucciso, con il viso sfigurato dal dolore, le mani irrigidite nella morte.
La reazione del poeta è una ribellione disperata al destino di morte, un prorompente sentimento di attaccamento alla vita: non solamente alla propria vita, ma a quella che è un bene comune, un diritto fondamentale di tutti gli uomini. Per un approfondimento leggi Veglia di Giuseppe Ungaretti: analisi del testo.

Fratelli da L’Allegria

Di che reggimento siete,
fratelli?

Parola tremante
nella notte

Foglia appena nata

Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità

Fratelli

Mariano, il 15 luglio 1916

Fratelli – Una frase fra le tante, colta durante il passaggio e il momentaneo incontro di reggimenti diversi nel corso di una notte. Nella dolorosa realtà della guerra, una parola tanto comune, “fratelli”, si carica improvvisamente di un valore umano prezioso per chi è incessantemente calato in situazioni di solitudine e angoscia. Il poeta avverte i significati più profondi della parola: un senso di ribellione alla violenza e la consapevolezza che la guerra accomuna il destino di tutti coloro che la combattono. Per un approfondimento leggi Fratelli di Giuseppe Ungaretti: analisi del testo.

San Martino del Carso da L’Allegria

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato

Valloncello dell’Albero Isolato, il 27 agosto 1916

San Martino del Carso – San Martino del Carso, un paese sconvolto dalla guerra: il senso di desolazione provato di fronte alle sue rovine evoca nel poeta la visione di una distruzione ancora più devastante, quella delle persone che egli ama e il cui ricordo resta dolorosamente vivo nel suo animo. Per un approfondimento leggi Ungaretti, San Martino del Carso: analisi del testo.

Mattina

M’illumino
d’immenso

Santa Maria La Longa, il 26 gennaio 1917

Mattina – Con ogni probabilità Giuseppe Ungaretti ha voluto esprimere la gioia ineffabile del suo animo quando può immergersi nella luminosa bellezza dell’universo e sentirsi parte di esso, in armona con esso. Si tratta di un momento di esaltazione rapido e sfuggente, di una «folgorazione» improvvisa in forte contrasto con il luogo e il tempo in cui la lirica fu composta.
Compare per la prima volta in un’antologia collettiva del 1918 (Antologia della Diana), con il titolo Cielo e Mare. Con il titolo definitivo Mattina è inclusa in Allegria di Naufragi (1919) e poi nella sezione Naufragi de L’Allegria.
La  primissima stesura era contenuta in una cartolina inviata dal fronte all’amico Giovanni Papini (1881-1956):
M’illumino
d’immenso
con un breve
moto di sguardi.

Per un approfondimento leggi Mattina di Giuseppe Ungaretti. Analisi e commento.

Soldati

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie

Bosco di Courton, luglio 1918

Soldati – Una poesia brevissima, costituita da un’unica, chiara similitudine, a cui è interamente affidata la rappresentazione del senso di angosciosa precarietà che accompagna l’esistenza dei soldati al fronte.Per un approfondimento leggi Soldati di Giuseppe Ungaretti: analisi del testo.

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