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Guerra di secessione americana (1861-1865)

La guerra di secessione americana venne combattuta dal 12 aprile 1861 al 9 aprile 1865 tra gli Stati Uniti del Nord e gli Stati Confederati del Sud.

La guerra di secessione americana (1861-1865), anche detta guerra civile americana, è la prima guerra totale dei nostri tempi. È la prima guerra che abbia coinvolto così a lungo la società civile di un grande paese moderato; la prima in cui sono stati utilizzati sistematicamente i nuovi mezzi offerti dallo sviluppo tecnologico e industriale, a cominciare dalla ferrovia e dal telegrafo e dove comparvero, inoltre, le trincee e le mine.

Abbiamo preparato la guerra di secessione americana riassunto per darvi un quadro chiaro e completo sulle cause che portarono allo scoppio della guerra civile americana (anche detta guerra di secessione americana), come iniziò e come si concluse (chi vinse?), e per concludere quali furono le conseguenze.

Perché scoppiò la guerra di secessione americana? – Le cause

A dare origine alla guerra di secessione americana (anche detta guerra civile americana) fu l’elezione a presidente degli Stati Uniti d’America di Abraham Lincoln, candidato del partito repubblicano e favorevole all’abolizione della schiavitù.

Il Sud, agricolo e tradizionalista, vide la vittoria dei repubblicani come una minaccia allo schiavismo e al proprio modello di economia. Da qui la decisione presa nel 1860 da undici Stati del Sud di staccarsi dall’Unione federale e di costituirsi in una Confederazione indipendente con capitale Richmond in Virginia.

Gli Stati Uniti però non potevano accettare senza reagire la fuoriuscita di alcuni Stati: ciò avrebbe costituito un precedente gravissimo.

Gli scontri armati cominciarono nell’aprile 1861. La Confederazione del Sud elesse un proprio presidente Jefferson Davis e affidarono il comando militare al generale Robert Lee.

I confederati (o sudisti) prevalsero nella prima fase della guerra, grazie alla migliore qualità delle loro truppe e all’abilità del generale Lee. Ma, alla lunga, il conflitto volse a favore degli unionisti (o nordisti) per la loro superiorità numerica e per la loro maggior forza economica.

Lo scontro più importante del conflitto si ebbe nel luglio 1863 a Gettysburg, in Pennsylvania, dove i nordisti guidati dal generale Grant prevalsero sui sudisti guidati dal generale Lee.

Dopo che l’esercito nordista ebbe occupato buona parte dei territori del Sud, la guerra di secessione si concluse nell’aprile 1865, con la resa dei confederati al generale Ulysses Grant, comandante delle forze del Nord. Sei giorni dopo la resa dei confederati, il 15 aprile 1865, Lincoln morì in seguito a un attentato di un fanatico sudista (per un approfondimento leggi Assassinio di Abramo Lincoln, Presidente degli Stati Uniti).

Quali furono le conseguenze della guerra di secessione americana?

La Guerra di secessione (o guerra civile americana) pose fine alla lunga questione dello schiavismo. Nel 1863, quando il conflitto non si era ancora concluso, Lincoln aveva emanato il cosiddetto Proclama di emancipazione, che dichiarava liberi tutti gli schiavi residenti negli Stati confederati, anche per consentirne l’arruolamento nell’esercito dell’Unione. L’abolizione della schiavitù venne poi stabilita nel 1865 dal XIII emendamento alla Costituzione.

Negli Stati del Sud crebbe il risentimento verso i vincitori e i “neri”. Anche se liberi, infatti, gli ex schiavi non furono trattati come gli altri cittadini e continuarono a essere vittime di razzismo. Nacquero anche organizzazioni segrete (come per esempio il Ku Klux Klan) che sostenevano la superiorità dei bianchi e usavano la violenza per affermarla.

Negli Stati del Sud la supremazia dei bianchi e la segregazione di fatto si prolungò per buona parte del XX secolo.

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