I cavalieri della Tavola rotonda erano i cavalieri più coraggiosi e importanti della corte di re Artù, re d’Inghilterra. Il loro nome deriva dal fatto che sedevano attorno a una tavola rotonda, creata su suggerimento del mago Merlino; questa tavola si trovava nel castello di Camelot, la leggendaria residenza di re Artù.
Per un approfondimento leggi Re Artù tra storia e leggenda.
Che cosa facevano i cavalieri di re Artù?
Difendevano il regno di Camelot e i deboli, inoltre andavano alla riceca del Santo Graal, guidati dal codice cavalleresco (mai oltraggiare o compiere omicidio; evitare l’inganno; evitare la crudeltà e concedere pietà a chi la chiede; soccorrere sempre le dame e le vedove; non abusare mai di dame e vedove; mai ingaggiare battaglia per motivi sbagliati quali amore e desiderio di beni materiali).
Perché la Tavola a cui sedevano i cavalieri era rotonda?
Perché tutti i cavalieri di re Artù avevano la medesima importanza ed erano legati tra loro da un rapporto di solidarietà e lealtà. Infatti, a una tavola rotonda non può esserci un capotavola, cioè non ci sono posti più prestigiosi di altri.
Quanti erano i cavalieri della Tavola rotonda?
A seconda dei racconti, il loro numero varia da 12 a 150. Il più famoso era Lancillotto, il più valoroso e fidato dei cavalieri al servizio di re Artù, che s’innamorò di Ginevra la moglie di re Artù. Per un approfondimento leggi Lancillotto e Ginevra storia d’amore riassunto.
Come si chiamano i cavalieri della Tavola rotonda?
Oltre a Lancillotto, altri nomi noti sono Ivano, Parsifal, Galaad, Walwain e Tristano. Essi furono protagonisti di moltissime avventure, tra le quali la più nota è senza dubbio quella realtiva alla ricerca del Santo Graal, narrata dal francese Chrétien de Troyes nel poema Parcifal o Il racconto del Graal, rimasto incompiuto.
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