Le pianure italiane in base alla loro origine si distinguono in: alluvionali, di sollevamento, vulcaniche. Infine, ci sono le pianure costiere e quelle di bonifica.
La maggior parte delle pianure italiane sono di origine alluvionale. Le pianure alluvionali Si sono quindi formate dai materiali depositati dal fiume sul terreno (ghiaia, sabbia e sassi) lungo il suo percorso. Una pianura alluvionale è la Pianura Padana, che si è formata con i detriti depositati dal fiume Po e dai suoi affluenti. La Pianura Padana è la più grande pianura alluvionale d’Italia.
Le pianure di sollevamento o pianure tettoniche hanno avuto origine dall’innalzamento dei fondali marini, a causa dei movimenti che avvengono all’interno della Terra. Il Tavoliere delle Puglie si è formato in questo modo, è cioè una pianura di sollevamento.
Le pianure vulcaniche si sono formate con la lava eruttata dai vulcani che ha riempito le valli circostanti. La Pianura Campana e la Piana di Catania, ad esempio, si sono originate dai materiali eruttati rispettivamente dal Vesuvio e dall’Etna.
Grazie alle eruzioni, le zone vulcaniche sono molto fertili perché il materiale eruttato lascia minerali nel terreno, che sono un prezioso nutrimento per le piante.
Nella Pianura Campana sono coltivati soprattutto frutta e ortaggi; nella Piana di Catania, invece, si estendono agrumeti e oliveti.
Le pianure sorte vicino alle coste grazie ai detriti dei corsi d’acqua si dicono costiere.
Infine ci sono le pianure di bonifica, territori occupati un tempo da paludi e acquitrini. L’intervento dell’uomo ha poi bonificato queste zone grazie a canali per far defluire le acque e alla terra di riporto con cui sono state riempite le conche. Sono esempi di pianura di bonifica in Italia la Maremma e l’Agro Pontino.
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