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Promessi Sposi capitolo 30 Riassunto

Promessi Sposi capitolo 30 Riassunto dettagliato, analisi e commento degli avvenimenti, luoghi e personaggi del celebre romanzo di Alessandro Manzoni

Promessi Sposi capitolo 30 Riassunto: don Abbondio, Perpetua e Agnese salgono al castello dell’Innominato e da questi vengono accolti premurosamente

Durante il loro percorso verso il castello dell’Innominato, don Abbondio, Perpetua e Agnese si vengono a trovare in compagnia di altra gente. Mentre le donne si rallegrano di potersi almeno mettersi in salvo, il pavido curato si spaventa ancora di più; gli dà fastidio anche la massa di profughi che insieme a lui cercano scampo presso il castello dell’Innominato, poiché potrebbero fungere da richiamo alla furia dei soldati. Così, alle sensate obiezioni di Agnese che nel pericolo è meglio essere numerosi, don Abbondio ribadisce con sufficienza: «povera donna! Non sapete che ogni Lanzichenecco ne mangia cento di costoro?…».

Giunti al castello, l’Innominato, riconosciuto don Abbondio, scende incontro al terzetto: rivolge ad Agnese parole commosse, ricordando Lucia; assicura di aver provveduto a fortificare il castello e guida gli ospiti nei quartieri loro destinati. Infatti, l’Innominato ha separato gli alloggi delle donne da quelli degli uomini e ha riservato alcune stanze agli ecclesiastici.

I tre fuggitivi se ne stanno rintanati nel castello per ventitré o ventiquattro giorni, senza che nulla di notevole accada. Una volta sola l’Innominato deve guidare il suo drappello in un paese messo a sacco dai Lanzichenecchi: è talmente insolita, per quei soldatacci, la reazione e la determinazione di contadini armati alla guida di un uomo disarmato, che si danno alla fuga, fra il tripudio della gente.

Promessi Sposi capitolo 30 Riassunto: come si svolge la vita nel castello dell’Innominato

All’interno del castello la vita scorre quietamente, senza disordini, sotto l’occhio vigile del signore. S’intrecciano amicizie tra gli sfollati, si rinsalda la solidarietà tra persone che condividono la stessa sorte. Molti cercano di trascorrere in serenità quei giorni di ozio forzato, mentre Agnese e Perpetua, per non sentirsi di peso, si rendono utili prestando la loro opera in piccoli servizi. Don Abbondio, invece, in compagnia della sua sola paura, non si allontana mai dal castello, non parla quasi con nessuno, sfogandosi solamente con le donne: vero ritratto del misantropo, egoista e sospettoso.

Poi, finalmente, il paese torna libero: gli sfollati possono tornare alle loro case e l’Innominato si congeda dai suoi ospiti, uscendo definitivamente dal romanzo, ma prima ha fatto apprestare una carrozza per don Abbondio e le due donne e dona ad Agnese «un gruppetto di scudi, per riparare al guasto che troverebbe in casa».

Sulla via del ritorno Perpetua, Agnese e don Abbondio si fermano per un rapido saluto alla casa del sarto: è l’ultima volta che compare nel romanzo.

Promessi Sposi capitolo 30 Riassunto: il viaggio di ritorno a casa e i segni del terribile passaggio dei Lanzichenecchi

Il viaggio continua e ben presto, davanti agli occhi dei poveri fuggiaschi, appare lo spettacolo desolante dei campi e delle case devastate dalle truppe.

Giunti al paese vedono che anche le loro case hanno subito il saccheggio: Agnese, grazie al denaro ricevuto in dono, può permettersi l’aiuto di un falegname e di un fabbro.

Nella casa di don Abbondio tutto l’arredamento è andato distrutto, i muri sono imbrattati di caricature di preti molto offensive e nell’orto la buca in cui era stato nascosto il gruzzolo è aperta e vuota: fra Perpetua e don Abbondio scoppia l’ennesimo battibecco e la pace fra i due non torna neppure nei giorni successivi, perché Perpetua, a furia di fare indagini, scopre che molte delle masserizie del padrone, credute perse nel saccheggio dei Lanzichenecchi, sono «custodite» in casa di compaesani. Don Abbondio, però, rinuncia alla roba piuttosto che reclamarla, perché ha paura di farsi dei nemici e Perpetua gli rinfaccia la sua indolenza.

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