Il burqa o burka è il lungo indumento femminile che copre completamente il corpo e il volto e che presenta, all’altezza degli occhi, una minuscola grata di tessuto che permette alla donna di vedere all’esterno, senza però che i suoi occhi siano visibili agli altri.
Il burqa è il simbolo del regime talebano e acquista anche un valore simbolico molto importante: così coperta, una donna è irriconoscibile e perde completamente la propria identità. Fuori casa, nessuna donna esiste in quanto persona, distinta e diversa dalle altre persone.
La vittoria dei talebani rappresenta un momento drammatico per le donne afghane. Secondo i talebani, infatti, la donna deve essere completamente sottomessa all’uomo e deve vivere solo in funzione del marito.
I talebani negano infatti alle donne ogni diritto, compreso il diritto ad avere un proprio posto di lavoro e il diritto all’istruzione. Le donne non possono truccarsi, usare smalto, indossare gioielli e scarpe con tacchi. La prospettiva per le ragazze è solo quella di diventare mogli fedeli e devote.
I talebani vietano alle donne di uscire di casa se non sono accompagnate dal marito o da un maschio della famiglia. Non possono parlare con altri uomini, per nessun motivo. Devono indossare il burqa per essere sempre completamente coperte dalla testa ai piedi.
Nei casi di trasgressione, sono previste punizioni esemplari con amputazioni e pene di morte eseguite in pubblico.
Ancora peggiore è la condizione delle vedove, considerate il gradino più basso della società. Nei migliori dei casi esse sono costrette a porsi sotto l’autorità del figlio maschio oppure di un parente del marito defunto. Se non hanno nessuno che si prenda cura di loro, per le vedove è impossibile vivere, perché non possono guadagnare soldi, commerciare, parlare con altri uomini, circolare liberamente per le strade.
Non resta loro che fuggire nei campi profughi o tentare di arrangiarsi rischiando quotidianamente la vita.