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Canto 8 Inferno riassunto

Il canto 8 dell’Inferno è la prosecuzione narrativa del canto precedente. Dante e Virgilio, infatti, si trovano ancora nel quinto cerchio. Nel quinto cerchio dell’Inferno sono puniti gli iracondi e gli accidiosi, immersi nelle acque dello Stige e si percuotono a vicenda.

Dante chi incontra nel canto 8 Inferno (canto VIII)?

Nel canto ottavo dell’Inferno Dante incontra Flegiàs, il traghettatore delle anime attraverso lo Stige; Filippo Argenti; i diavoli.

Cosa accade in ciascuno degli incontri?

Il nocchiero Flegiàs (vv. 1-30)

Dalle rive della palude Stigia, Dante e Virgilio scorgono due torri in cima alle quali si accendono dei fuochi di segnalazione. Nel frattempo giunge rapidissima un’imbarcazione guidata da Flegiàs, il guardiano del quinto cerchio.

Flegiàs scambia Dante per un dannato e, pieno di ira, gli si rivolge minacciosamente. Virgilio dice al guardiano che sta gridando a vuoto, perché Dante in realtà è vivo e non resterà, dunque, tra i dannati del cerchio se non per attraversare la palude. Flegiàs è quindi costretto a imbarcare i due poeti.

Incontro con Filippo Argenti (vv. 31-63)

Durante il tragitto si fa loro incontro, nel fango, un dannato, in cui Dante riconosce Filippo Argenti, cavaliere fiorentino di parte Nera e avversario personale di Dante, noto per la sua irascibilità e per la sua prepotenza.

Dante gli rivolge parole di disprezzo, mentre egli cerca rabbiosamente di afferrare la barca. Virgilio però lo respinge, con un calcio; poi abbraccia e bacia Dante compiacendosi di quanto ha detto al dannato. Dante manifesta allora il desiderio di veder sprofondare nel fango quel dannato non per vendetta, ma per rifiuto e ferma condanna della sua arroganza; subito altri dannati si scagliano contro Filippo Argenti, realizzando il tal modo il desiderio di Dante, mentre il dannato dà sfogo alla propria ira impotente mordendosi le mani.

La città di Dite (vv. 64-81)

La barca si avvicina poi alla città infernale di Dite, all’interno della quale sono puniti i peccati più gravi. Appaiono nella nebbia le sue torri vermiglie, arroventate dal fuoco eterno che vi arde, e le sue mura simili al metallo. Appena giunti davanti all’entrata, Flegiàs fa scendere bruscamente i due poeti.

L’ostilità dei diavoli (vv. 82-130)

Subito, più di mille diavoli si avvicinano a Dante, intimandogli di fare ritorno da solo per la «folle strada». Virgilio tenta inutilmente di dissuaderli, mentre Dante atterrito propone di rinunciare e tornare indietro.

Dopo averlo rassicurato, Virgilio si reca da solo a parlare con i diavoli; da lontano Dante vede che questi entrano nella città chiudendo la porta in faccia al maestro, che ritorna col volto turbato. Virgilio spiega che la tracotanza dei diavoli non costituisce una novità. Essi infatti avevano cercato di chiudere la principale porta d’ingresso, (quella che riporta la minacciosa scritta “Lasciate ogni speranza coi ch’intrate“) già quando era disceso all’Inferno Cristo, che per questo la scardinò ed è tuttora aperta (l’episodio della discesa di Cristo agli Inferi era riportato in uno dei Vangeli Apocrifi).

Come si conclude il canto ottavo Inferno?

Virgilio conclude dicendo che un angelo inviato dal Cielo ha già oltrepassato quella porta e sta ormai giungendo per consentire a Dante l’ingresso alla città di Dite.

 

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