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Crisi del 2008 cause e conseguenze spiegato facile

La crisi del 2008 iniziò negli Stati Uniti e dilagò rapidamente in Europa. La causa di tale crisi va ricercata nel crollo del mercato immobiliare; nel crollo in Borsa di numerosi titoli, il cui valore era stato gonfiato da anni di speculazione; e, di conseguenza, dal fallimento di numerose grandi banche americane che li avevano sostenuti.

In poco tempo la crisi finanziaria 2008 investì l’intera economia mondiale.

Il caso più eclatante fu sicuramente il fallimento della società finanziaria Lehman Brothers, un colosso della finanza, con più di 26 mila dipendenti, che maneggiava miliardi ogni giorno. Travolta da debiti immensi, la Lehman Brothers dichiarò fallimento. Si trattava della più grande bancarotta della storia degli Stati Uniti. Da lì si scatenò un’ondata di panico nel mondo della finanza e una crisi economica planetaria che devastò le vite di molte persone e mise in difficoltà nazioni intere.

Cosa ha provocato la crisi finanziaria del 2008?

I primi segnali…

Già da mesi c’erano segnali preoccupanti in alcune grandi banche degli Stati Uniti. I problemi nascevano dalla leggerezza con la quale negli ultimi anni erano stati concessi i mutui, ovvero i prestiti alle persone che volevano comprare casa.

In passato, prima di concedere un mutuo, le banche si accertavano che il cliente fosse in grado di restituire i soldi, per esempio verificando che avesse un lavoro e uno stipendio. In ogni caso, le banche sapevano di avere in mano una garanzia: se il cliente non avesse pagato le rate del mutuo, loro si sarebbero potuto riprendere la casa. Negli Stati Uniti, tra l’altro, i prezzi e dunque il valore delle abitazioni erano da anni in continua crescita: una casa, anche per una banca, era un investimento sicuro.

Negli ultimi anni, però, la prudenza era venuta meno. Si prestavano soldi a tutti, perché le banche avevano trovato un sistema per guadagnare molto senza correre rischi. Praticamente la banca che concedeva mutui, li vendeva poi ad altre banche negli Stati Uniti e in tutto il mondo. In questo modo la banca recuperava immediatamente i suoi soldi, incassava un profitto e poteva ricominciare a offrire altri mutui.

Il tutto sembrava funzionare perfettamente: il rischio sembrava distribuito talmente bene da sembrare quasi annullato. Ma a un certo punto qualcosa si bloccò…

I prezzi scendono

Il problema nacque quando i prezzi delle case, cresciuti fino a quel momento a dismisura, cominciarono ad abbassarsi. Le case quindi valevano meno. Le banche iniziarono allora ad alzare il tasso di interesse, ovvero chi aveva avuto i soldi in prestito doveva pagare ogni mese un po’ di più. Molti però non avevano il denaro sufficiente per pagare le rate del mutuo e perciò persero le case; queste finirono nelle mani delle banche che, però, non riuscivano più a rivenderle.

Cominciò così la discesa verso il precipizio della crisi 2008. Le banche, spaventate dall’abbassamento dei prezzi e dal numero di persone che non riuscivano più a pagare le rate del mutuo, smisero di concedere mutui a tutti.

Ciò penalizzò il mercato immobiliare, e fece crollare ancora di più i prezzi, generando una spirale inarrestabile. Quando la Lehman Brothers fu costretta a dichiarare fallimento, le banche non si sentirono più al sicuro e smisero completamente di concedere prestiti.

La crisi si estese all’intero sistema finanziario mondiale. Le aziende di molti Paesi non riuscivano più neppure a farsi prestare i soldi necessari per le loro attività di tutti i giorni: ciò comportò chiusure, fallimenti e un aumento drammatico della disoccupazione.

La crisi del 2008 non colpì tutti allo stesso modo e, soprattutto, alcuni Paesi ne uscirono molto più velocemente, altri meno (come l’Italia).

La crisi del 2008 è stata così traumatica che sono stati presi alcuni provvedimenti per evitare che si ripeta. Tra questi ci sono gli Accordi internazionali di Basilea 3, che impongono alle banche delle regole di condotta per affrontare eventuali crisi.

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