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I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo a confronto

I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo, entrambi ambientati in Sicilia, sono i capolavori di Giovanni Verga. Dovevano essere i primi due romanzi di un ciclo, il “ciclo dei vinti”, che avrebbe dovuto comprendere anche La duchessa di Leyra (di cui il Verga scrisse solo il primo capitolo); L’onorevole Scipioni e L’uomo di lusso (mai scritti).

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I Malavoglia e Mastro don Gesualdo cosa hanno in comune?

I due romanzi veristi di Giovanni Verga hanno in comune:

il tema di fondo del “ciclo dei vinti”: l’accettazione rassegnata della realtà e della condizione umana dalle quali a nessuno è dato di evadere;

l’impersonalità dell’arte, cioè la rappresentazione della realtà senza interferenze, giudizi o riflessioni morali. Giovanni Verga lascia che siano i personaggi del racconto a presentarsi e a vivere.

I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo – differenze

Quali differenze ci sono tra i due romanzi?

Ciò che mette in moto le vicende ne I Malavoglia è il bisogno di uscire dalla miseria, in Mastro don Gesualdo è la brama di ricchezza e di ascesa sociale.

Mentre I Malavoglia è un romanzo corale, il secondo romanzo è il ritratto di un uomo solo.

Diversi sono poi:

l’ambiente: in Mastro don Gesualdo non è più quello di un paesino di pescatori, ma è l’ambiente della nobiltà provinciale e decaduta.

il motivo di ispirazione: ne I Malavoglia è la religione della famiglia e della casa con i valori ad essa connessi (dedizione al lavoro, senso dell’onore, spirito di sacrificio ecc.); in Mastro don Gesualdo è la religione della “roba”, divenuta quasi oggetto di culto per le fatiche, le amarezze, i sacrifici che è costata.

la struttura dei due romanzi: ne I Malavoglia è compatta, organica, corale; quella di Mastro don Gesualdo è a quadri staccati (lo dimostra anche la divisione del romanzo in quattro parti).

il tono della narrazione: lirico quello de I Malavoglia (di un lirismo, però, sempre contenuto e sotterraneo per la partecipazione formalmente distaccata dello scrittore alle vicende); polemico e satirico quello di Mastro don Gesualdo, dovuto allo sdegno dello scrittore per gli eccessi del profitto fine a se stesso.

Differente infine è il pessimismo che domina nei due romanzi. Ne I Malavoglia esso è comunque lenito dal conforto della religione della casa e della famiglia, riservato a chi resta fedele al loro mito, come avviene per Alessi; è invece più cupo e totale in Mastro don Gesualdo: la smania delle ricchezze e dell’ascesa sociale, che sembra la legge del mondo moderno, chiude il cuore dell’uomo a ogni affetto, lo rende opportunista, calcolatore, vile e spietato e lo condanna a una solitudine amara e senza speranza.

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