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Oche del Campidoglio – leggenda di Roma

Le oche del Campidoglio è la famosa e nota leggenda legata al sacco di Roma del 390 a.C. da parte dei Galli di Brenno.

Perché si chiamano oche del Campidoglio?

Si chiamano così perché la storia si svolge sul Campidoglio, detto anche Monte Capitolino, uno dei sette colli dove venne fondata Roma. Qui sorgeva il tempio di Giunone, presso il quale vivevano le oche sacre alla dea.

Oche del Campidoglio leggenda

Nel 390 a.C. i Galli, guidati dal loro re Brenno, giunsero a Roma e la saccheggiarono; decisero poi di assaltare il Campidoglio. Qui pochi giovani scelti resistevano.

Perché le oche salvano il Campidoglio?

Una notte Marco Manlio, un soldato che dormiva presso il tempio di Giunone, sentì le oche starnazzare: erano le oche sacre alla dea e per questo risparmiate dai soldati romani nonostante l’estrema fame e carestia.

Marco Manlio si alzò e corse alle mura della rocca del Campidoglio. Si scontrò con un Gallo che insieme agli altri stavano scalando la rocca: affrontò il primo e gli strappò le dita.

Intanto le oche continuavano a starnazzare e svegliarono tutto l’esercito che si precipitò a dare man forte a Marco Manlio. I Galli furono così respinti (in questo contesto si sarebbe verificato il famoso episodio della bilancia truccata da parte dei Galli per ottenere più oro).

Manlio ottenne il soprannome di Capitolino. In seguito, propose la distribuzione di terre alla plebe e la cancellazione dei debiti. Si rese molto popolare, ma si attirò l’odio dei patrizi che lo accusarono di aspirare alla tirranide. Finì condannato e gettato dalla rupe Tarpea.

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