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Promessi Sposi capitolo 32 Riassunto

Promessi Sposi capitolo 32 Riassunto dettagliato, analisi e commento degli avvenimenti, luoghi e personaggi del celebre romanzo di Alessandro Manzoni

Promessi Sposi capitolo 32 Riassunto: le autorità cittadine chiedono inutilmente aiuto al governatore

Le autorità cittadine non riescono più a tenere sotto controllo la situazione: al governatore impegnato a Casale, dove si è riaccesa la contesa per il Monferrato, chiedono denaro per la città in gravissime difficoltà, esenzioni dalle tasse da pagare alla corona di Spagna, dispensa di alloggiare soldati predatori. In risposta ricevono soltanto belle parole di condoglianza, inviti a spendere senza risparmio e di ingegnarsi in ogni maniera: tutto rimane come prima.

Manzoni non commenta, espone solo i fatti, che parlano da sé. L’assurda risposta del governatore ai magistrati di Milano e l’esito scontato di uno scontro feroce sono due esempi della folle gestione del destino di interi popoli da parte di una classe politica senza coscienza.

Promessi Sposi capitolo 32 Riassunto: il cardinale Federigo Borromeo accetta di guidare una solenne processione e da quel momento il contagio dilaga

Pertanto ai magistrati milanesi non rimane altro che sperare nella Provvidenza, che si vuole implorare con una bella processione, durante la quale esibire il corpo di San Carlo. Il vescovo Federigo Borromeo ha dato il suo assenso nonostante le molte perplessità: come ha previsto, infatti, le morti per contagio s’intensificano di colpo. Tuttavia, si attribuisce la responsabilità agli «untori», uomini malvagi che spruzzano polveri malefiche nelle strade, nelle case, sulle porte, nei luoghi dove si affolla la gente.

Così a Milano si assiste ben presto ad una vera e propria caccia all’untore: gente che compie gesti innocui, improvvisamente diviene sospetta e rischia il linciaggio, come capita ad un povero vecchio, trascinato con pugni e calci sino alle prigioni per aver spolverato con la cappa la panca del duomo, su cui si voleva riposare dopo aver a lungo pregato in ginocchio. Analoga sorte tocca a tre giovani francesi, che si azzardano a sfiorare con la mano la facciata del duomo per controllare se è davvero di marmo. Altre volte sono gli stessi appestati che nel delirio si accusano, oppure raccontano storie incredibili credute immediatamente, senza alcun vaglio critico. Ad esempio un fantasioso narratore spergiura di essere stato rapito su di una carrozza a sei cavalli da un demone, che gli propone di diventare untore in cambio di casse di denaro. Perfino i medici, come il Tadino, che avevano previsto e descritto la peste, sostengono ora l’ipotesi delle unzioni malefiche. Lo stesso Federigo ne ammette la possibilità e chi pensa che tutto sia immaginazione non lo afferma pubblicamente: il buon senso ha paura del senso comune.

Sta di fatto che dopo quella fatale processione la popolazione del lazzaretto sale e così il numero dei morti. Secondo lo storico del tempo Giuseppe Ripamonti, in tutto periranno duecentomila individui.

Promessi Sposi capitolo 32 Riassunto: i Capuccini si prodigano in opere di carità, ma incrementa anche lo stato di degradazione e di abbrutimento

Sono i Capuccini a provvedere ad ogni immaginabile incombenza, colmando le carenze organizzative delle autorità cittadine incapaci, ad un certo punto, persino di provvedere alla sepoltura dei cadaveri. Per trasportare i cadaveri viene assoldata la gente della peggiore risma, «monatti e apparitori»: gli uni provvedono ad accompagnare malati al lazzaretto, a bruciare ciò che è infetto, ad ammucchiare i corpi dei morti sui carri; gli altri avvisano la popolazione, precedendo il lugubre carro con un campanello dai tristi rintocchi.

Una situazione drammatica, dunque, in cui si allenta, insieme con il senso critico, il freno della giustizia e del controllo delle autorità. Sembra che tutti gli istinti peggiori si esaltino. E Manzoni non esita a denunciare lo stato di degradazione e di abbrutimento nel quale l’uomo può cadere quando calamità orrende, una dietro l’altra, si abbattono su di lui.

Tuttavia, in mezzo alla degenerazione, vediamo anche esempi di pietà, amore per il prossimo, spirito di sacrificio, assennatezza, lucidità di giudizio, soprattutto da parte dei religiosi: un segno di speranza nell’uomo.

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