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Patto Molotov-Ribbentrop tra Germania e Urss

Il Patto Molotov-Ribbentrop è il trattato di non aggressione firmato tra la Germania nazista di Hitler e l’Unione Sovietica di Stalin, il 23 agosto 1939, a Mosca, dai ministri degli Esteri sovietico e tedesco, Molotov e Ribbentrop, alla vigilia dello scoppio della Seconda guerra mondiale. Nel settembre dello stesso anno, Germania e Unione Sovietica invasero la Polonia.

Il patto Molotov Ribbentrop restò in vigore fino al 22 giugno 1941, quando Hitler invase l’Unione Sovietica (Operazione Barbarossa), violando i termini dell’accordo.

Il patto Molotov-Ribbentrop che cosa stabiliva?

Era un patto di non belligeranza, per il quale Germania e Unione Sovietica s’impegnavano a non attaccarsi e a mantenere neutralità in caso di aggressione di un paese terzo contro una delle due. La durata del patto era di dieci anni.

Il Patto Molotov-Ribbentrop fu accolto in tutto il mondo con estremo stupore. Con esso si strinsero la mano gli uomini-simbolo di due visioni del mondo inconciliabili: il comunismo e il nazismo (ideologia fortemente anticomunista).

Che cosa prevedeva il protocollo segreto del patto tra Hitler e Stalin?

Il Patto Molotov-Ribbentrop conteneva delle clausole segrete, che prevedevano che se Stalin non avesse reagito quando la Germania si fosse impadronita della Polonia occidentale, l’Urss avrebbe potuto appropriarsi della Polonia orientale senza suscitare un intervento tedesco. C’era poi il consenso da parte della Germania nazista all’invasione da parte dell’Armata Rossa dei Paesi baltici e della Bessarabia, territorio corrispondente perlopiù all’attuale Moldavia.

Una copia del patto cadde in mano degli Stati Uniti nel 1945, che lo resero noto l’anno successivo. L’URSS negò a lungo l’esistenza di una parte segreta, fino al 1989, quando una commissione storica riconobbe l’autenticità del testo, giudicandolo “immorale” per il piano di spartizione dell’Europa orientale.

Perché la Germania e l’Unione Sovietica firmarono un patto di non aggressione, noto come patto Molotov-Ribbentrop?

Per Hitler era giunta l’ora di invadere la Polonia. Il pretesto era di annullare un’altra delle “vergogne” del Trattato di Versailles del 1919 (che aveva posto ufficialmente fine alla prima guerra mondiale): l’assegnazione ai Polacchi del “corridoio di Dànzica”, che divideva la Germania dalla Prussia orientale spaccando in due la nazione.

Per avere un’ulteriore giustificazione, Hitler infiltrò segretamente nella zona un gruppo di criminali comuni travestiti da soldati polacchi che rapirono e malmenarono la minoranza tedesca. Poi annunciò al mondo che il terrore imposto dai Polacchi ai Tedeschi con aggressioni e assassinii aveva turbato l’opinione pubblica che reclamava una guerra in Polonia.

Nell’ipotesi che questa volta Francia e Inghilterra avrebbero reagito attaccandolo da ovest, Hitler si procurò a est un alleato che nessuno aveva previsto: Stalin.

Stalin, dal canto suo, si alleò con Hitler perché sapeva bene dei progetti di conquista dello “spazio vitale” e aveva bisogno di prendere tempo per riordinare i quadri dell’Armata Rossa dopo le purghe del 1938 e per rimodernare il comparto bellico.

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